Una riconferma simbolica più che come una scelta amministrativa, una sorta di autocertificazione del proprio lascito politico in Veneto.
Luca Zaia si prepara a un nuovo passaggio politico. Concluso il terzo mandato alla Regione Veneto, il governatore leghista ha annunciato la propria candidatura come capolista della Lega in tutte le sette circoscrizioni alle prossime elezioni regionali del 23 e 24 novembre. Una decisione che, per sua stessa ammissione, assume il valore di un “referendum” sul suo lungo percorso amministrativo. “Ogni elezione ha una storia a sé – ha dichiarato –. Spero che il Veneto dia un bel segnale. Per quanto mi riguarda, sarà una sorta di referendum su quello che sono stati i miei 15 anni di governo”.
Zaia, ai vertici della Regione dal 2010, si avvia a concludere un periodo politico contrassegnato da una leadership stabile e da risultati elettorali di grande consenso, culminati nel 77% ottenuto alle regionali del 2020. Prima ancora, il suo percorso istituzionale era iniziato nel 2005 come vicepresidente della giunta guidata da Giancarlo Galan, per poi proseguire nel 2008 con l’esperienza da ministro dell’Agricoltura. Impossibilitato dalla legge a ricandidarsi per un quarto mandato, il governatore sceglie così di presentarsi agli elettori come capolista, un ruolo che gli consentirà di restare comunque protagonista nella competizione elettorale.
La candidatura potrebbe preludere a nuovi orizzonti politici. Se, come previsto, il centrodestra confermerà la propria guida in Veneto con il candidato Alberto Stefani, per Zaia potrebbe aprirsi un percorso verso la politica nazionale. Stefani, attualmente deputato, lascerebbe infatti libero un seggio alla Camera, che potrebbe essere riassegnato con elezioni suppletive. In ogni caso, la scelta di candidarsi in tutte le circoscrizioni appare come un tentativo di consolidare il legame personale con l’elettorato veneto, mantenendo viva la propria presenza politica anche al termine del mandato.
Tra i principali risultati dei suoi quindici anni di governo, Zaia rivendica opere infrastrutturali come la Pedemontana Veneta e l’organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Il governatore ricorda anche il referendum per l’autonomia del 2017, da lui fortemente voluto, che ha aperto un dibattito nazionale sul rapporto tra Stato e Regioni. Durante la campagna elettorale, Zaia ha ribadito la volontà di “incontrare i cittadini casa per casa”, sottolineando l’importanza del radicamento territoriale del partito. Tra i temi rilanciati di recente anche l’idea, definita “una sfida per il futuro”, di una possibile candidatura di Venezia e del Veneto per ospitare le Olimpiadi estive.
Le elezioni di novembre segneranno in ogni caso la fine di un ciclo politico. Dopo tre mandati consecutivi, Zaia lascerà la guida della Regione ma, con questa candidatura, intende chiudere il proprio percorso regionale con un voto che ne misuri il consenso e ne definisca il lascito. “Il mio obiettivo – ha spiegato – è rendere orgogliosi i veneti di dire da dove vengono”.
di Redazione AltovicentinOnline
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