Avvio in grande stile per la 50esima edizione dell’Asiagofestival.

Nomi di primo piano della musica classica internazionale, un parterre attento che ha riempito il teatro Millepini e una composizione presentata in prima assoluta, hanno aperto il sipario su uno degli appuntamenti più attesi nella cittadina capoluogo dell’Altopiano.

Un festival nato negli anni ’60, per volontà di Fiorella Benetti Brazzale, nata ad Asiago e nota nel mondo della musica in qualità di organista, concertista e compositrice, docente al Conservatorio Benendetto Marcello di Venezia, fondatrice dell’Istituto Musicale Città di Thiene, direttore del Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza e organista titolare della Cattedrale di Padova. Fiorella Benetti Brazzale, conoscitrice e appassionata di musica, con l’Asiagofestival si era proposta di contribuire alla difesa ed alla diffusione della cultura musicale invitando sull’altopiano alcuni tra i migliori interpreti e gruppi italiani e stranieri.

E a giudicare dal successo dell’evento, evidentemente ce l’ha fatta.

Al teatro Millepini, il concerto di apertura ha visto la presenza di musicisti di calibro Asiagofestival2internazionale. Marc Daniel van Biemen (violino), Julius Berger e Hyun-Jung Sung Berger (violoncelli) e Alissa Firsova (pianoforte), accompagnati dall’orchestra della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni diretta da Sergio Gasparella, hanno incantato la platea. Apprezzatissimi il concerto in Mi bemolle maggiore ‘Dumbarton Oaks’ di Stravinsij, il triplo concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra in Do maggiore di Beethoven e soprattutto il concerto ‘Asiago’ per pianoforte, violino, violoncello e orchestra che ha portato sul palco, in prima assoluta, la composizione di Alissa Firsova creata appositamente come omaggio alla città.


Con la collaborazione di Roberto Brazzale, che con i suoi fratelli porta avanti l’importante eredità materna dell’Asiagofestival, la pianista si è ispirata alla località montana per Asiagofestival3 realizzare un’opera per esaltare l’atmosfera dell’Altopiano. “Dopo aver potuto esperire il brillante spirito di Asiago e averne ammirato le bellezze – ha spiegato Alissa Firsova – mi è stato chiaro che avrei dovuto scrivere un brano su questo luogo paradisiaco. Ho avuto l’impressone che gli abitanti di Asiago siano estremamente forti e siano un vero esempio di come ricostruire e prosperare, a prescindere da quanto devastanti siano state le proprie perdite”.

Ecco spiegato il perché di un’opera positiva, brillante, capace di virare da toni bassi, cupi e ‘spezzati’, fino a risplendere in suoni alti e melodiosi.

“Il concerto inizia con le campane di quando Asiago era un’autosufficiente oasi di pace – spiega Alissa Firsova – I flauti simbolizzano il canto degli uccelli, la tromba introduce il Kristle e dà alla composizione una forte connotazione cimbra. Ma mentre tutti si crogiolano nella felicità, arriva la guerra, con le sue bombe e la morte”. Ecco infatti la grancassa, il tam-tam e i piatti e il colpo finale. Ma poi tornano le campane, per annunciare il ‘nuovo mondo’, cioè la rinascita di Asiago dopo la guerra.Asiagofestival5

Emozioni forti e una musica nuova, in grado di rapire anche il più inesperto degli ascoltatori.

“E’ per noi un’emozione essere arrivati alla 50esima edizione e avere in scena una prima assoluta – ha commentato Roberto Brazzale, presentando la serata – Il Festival è nato negli anni ’60, in pieno stravolgimento delle forme e delle musiche liturgiche. In quell’epoca nasceva il turismo di massa, e qui ad Asiago i turisti erano i ‘cannibali’. Il mondo è cambiato, ma l’Asiagofestival è sempre un punto di riferimento per la musica di qualità. I solisti sul palco sono il top che si possa trovare – ha concluso – l’orchestra ha lavorato molto bene e l’appuntamento è sempre un’occasione per promuovere attività e nuovi progetti musicali in grado di coinvolgere talenti di fama internazionali e giovani promesse del panorama musicale”.

Anna Bianchini

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