C’è un luogo, nel cuore di Schio, dove la materia si fa sogno e l’arte diventa respiro dell’anima.
È “Il Giardino dell’Altrove”, il nuovo progetto ideato dall’architetto Laura Campolongo e Silvana Bicego, inaugurato giovedì 16 ottobre in via Castello 8. Un percorso sensoriale e visionario che invita a rallentare, ad ascoltare, a ritrovare sé stessi attraverso la bellezza e la forza simbolica dell’arte.
Con questo progetto, Laura Campolongo dà vita a un’idea potente e poetica: uno spazio che non si limita a esporre opere, ma le fa dialogare con l’interiorità umana, trasformando l’architettura in esperienza emotiva.
In collaborazione con Silvana Bicego, ha immaginato e costruito all’interno di 8-LAB un vero e proprio
“Giardino dell’Altrove”, realizzato attraverso i lavori di Eva Trentin e Loredana Di Cosimo, due artiste che hanno saputo tradurre la visione in materia viva.
Eva Trentin, con i suoi quadri e oggetti d’arte, ha ricreato l’essenza della natura, come se ogni forma racchiudesse un battito, un respiro, una presenza. Le sue creazioni evocano un giardino metafisico, sospeso tra realtà e immaginazione, dove il tempo sembra rallentare.
“È un viaggio, una passeggiata in questo giardino metafisico”, ha raccontato Eva, invitando i visitatori a lasciarsi guidare dalle emozioni più che dai pensieri.
Accanto a lei, Loredana Di Cosimo intreccia tessuti e trame naturali in un racconto di identità e memoria. Le sue borse diventano metafora di un bagaglio interiore, simbolo di ciò che ognuno di noi sceglie di portare con sé o di lasciare lungo il cammino. Non semplici oggetti, ma custodi di frammenti di vita.
Il percorso culmina nel pozzo di luce e d’acqua, cuore simbolico della mostra: un luogo dove si riflette e si ritrova equilibrio, un invito a comprendere che ogni “altrove” non è che un ritorno a sé.
Aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19, Il Giardino dell’Altrove accoglie i visitatori in via Castello 8, a Schio.
Un progetto che porta la firma e la visione di Laura Campolongo, capace di trasformare uno studio di architettura in un’esperienza di introspezione, bellezza e consapevolezza.
Laura San Brunone
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