Serata da pienone ieri sera al Breganze Film Festival che ha ospitato nella cornice dello storico cinema Verdi, la première del film “800 giorni” del regista vicentino Dennis Dellai ispirato al rapimento di Carlo Celadon, il più lungo sequestro di persona a scopo di lucro della storia. Erano presenti le massime autorità del nostro territorio ed ha colpito il discorso intenso e sentito della sindaca Piera Campana, che ha espresso parole d’elogio, ammirazione e orgoglio per Dennis Dellai, regista che ormai è su tutte le copertine delle più prestigiose riviste italiane. L’altro giorno, a dedicargli un titolo è stata addirittura “Vanity Fair”.

Tra il pubblico anche l’ex sindaco Giovanni Battista Casarotto e l’ex direttore di Ascom Franco Benvegnù, che hanno fatto da comparsa in questo film, che sembra avere già conquistato tutti. In sala ieri sera, anche il protagonista della storia Carlo Celadon.

Il film, prodotto da Progetto Cinema e da Pietro Sottoriva, richiama la terribile vicenda che avvenne tra il 1988 e il 1990 nell’Alto Vicentino, utilizzando il punto di vista della fidanzata del rapito, interpretata dalla emergente Marta Dal Santo. Un personaggio inventato, così come altri che appaiono nella storia, scritta dallo stesso Dellai assieme allo sceneggiatore Giacomo Turbian. Più aderenti ai fatti realmente accaduti sono invece le scene nelle quali viene ricostruita la prigionia vissuta dal giovane ostaggio.

“La finzione in questo caso è soprattutto una forma di rispetto per la drammatica vicenda umana di Carlo Celadon – chiarisce il regista – una distanza narrativa che naturalmente non ci allontana dallo scopo del progetto, ovvero restituire alla memoria collettiva il terribile periodo dei sequestri di persona, che per oltre un ventennio del secolo scorso scosse l’opinione pubblica italiana. Va ricordato che dagli anni ’70 ai primi anni ’90 furono rapite dall’Anonima Sequestri centinaia di persone, spesso sottoposte a lunghi periodi di dura detenzione che terminarono solo dopo il pagamento di somme ingentissime di denaro. Per non parlare di alcuni casi di ostaggi che non fecero più ritorno a casa”.

Il caso Celadon fu tristemente emblematico: sottratto all’affetto dei famigliari il 25 gennaio del 1988, il giovane arzignanese venne tenuto in ostaggio dagli uomini della ‘ndrangheta per 831 giorni, sopravvivendo miracolosamente ad una durissima prigionia.

La pellicola si affida per i ruoli principali ad alcuni giovani attori veneti (tra i quali Matteo Dal Ponte nnella parte del rapito) cui si affiancano interpreti di maggiore esperienza come Davide Dolores (già visto ne Il commissario Montalbano) e Vasco Mirandola (che ha all’attivo la partecipazione al film Premio Oscar Mediterraneo). Ad impreziosire il cast il cammeo del divo Fabio Testi, che nel film interpreta il basista dei rapitori. A fare da sfondo alla vicenda, gli anni ’80 della provincia italiana, raccontati attraverso il mondo delle discoteche, delle radio private e dei redazioni dei quotidiani locali.

 

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