Si intitola Nati fuori binario – Infanzie e adolescenze transgender nell’Italia di oggi (editore Erickson; pagine 152; prezzo 10 euro) il libro di Sabina Pignataro che nel suo lavoro ha raccolto storie, racconti di vita e riflessioni nate da un lungo lavoro sul campo tra famiglie, scuole, professionisti della salute e, soprattutto, tra giovani che stanno tracciando nuovi percorsi di identità e libertà. A guidarla, alcune domande costanti: “Come si diventa se stessi?”, “Come cresce, un bambino, se nessuno pronuncia il suo nome?”. Sugli scaffali dal 5 settembre, il libro nasce dal bisogno di non ridurre, dalla volontà di raccontare per restituire la complessità di una realtà che è sfumata, ancora poco conosciuta e capita. Non un manuale tecnico né un saggio accademico, dunque, ma un testo capace di informare senza banalizzare, di dare spazio senza sovradeterminare. “Mi chiamavo Lorenzo. Ma io non mi sono mai sentita un maschio. Non era una cosa che pensavo. Era una cosa che sentivo. Come quando ti metti un paio di scarpe strette: all’inizio provi a camminarci, ma poi fa sempre più male. Così era il mio nome”. Partendo dalle necessarie definizioni e attraversando i percorsi nell’infanzia e durante l’adolescenza e le parallele esperienze delle famiglie, l’autrice scava tra vissuti quotidiani e cornici culturali offrendo una voce a chi troppo spesso è ancora invisibile e rivolgendola a chiunque desideri capire – genitori, insegnanti, operatori sanitari, attivisti, cittadini curiosi – per aiutarli a trasformare il loro modo di guardare accogliendo nuovi sguardi. “Più raccoglievo storie, più mi rendevo conto – le parole dell’autrice – di quanto poco si sa davvero di questi vissuti. E di quanto questa mancanza di conoscenza alimenti paura, ostilità, disinformazione. Ho scelto di concentrarmi sui minori, raccontando i vissuti dell’Italia tra il 2024 e il 2025. Un tempo in cui l’identità di genere è diventata visibile, ma spesso solo per essere strumentalizzata: nei talk show, nei titoli sensazionalistici di alcuni giornali, nelle leggi mai scritte”
