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“Storie maledette del Calcio”, quello che la cronaca non racconta

“Roberto Maida è stato bravo nel riuscire a imporre a una materia così bruciante una dolcezza insospettabile”. È questo un estratto della prefazione che Ivan Zazzaroni ha scritto per “Storie maledette del calcio” (Diarkos edizioni, 336 pagine, prezzo 18 euro) il nuovo volume del giornalista sportivo Roberto Maida. “I racconti contenuti in questo libro – rimarca Morgan De Sanctis nella postfazione – sono davvero sconvolgenti. Spesso ci si dimentica che anche i calciatori sono esseri umani, con le loro fragilità e i loro problemi”.
Anche lo sport più popolare del mondo nasconde segreti indicibili, storie che non vogliono (o non possono) essere divulgate. Dal 1889 – universalmente riconosciuto come l’anno zero del calcio – sono ottantotto i giocatori deceduti sul rettangolo verde. Ma in questi racconti si parla di morti dovute a cure “speciali”, suicidi inspiegabili che hanno lasciato sgomenti, terribili agonie provocate da malattie rare. Sla in primis. E poi omicidi, che in molti casi non hanno ancora un colpevole. Da Taccola a Vialli, da Astori a Fortunato passando per Maradona, unico straniero della nera raccolta: Roberto Maida narra le tragedie più dolorose e misteriose della storia del calcio italiano arricchendole con testimonianze, inchieste e aneddoti straordinari. Tutto ciò che videocamere e microfoni non hanno mai potuto raccontare.
Roberto Maida, romano e classe 1976, è giornalista professionista. Ha iniziato la carriera a Tele+ per poi passare alla redazione sportiva di Mediaset. Dal 2005 è al “Corriere dello Sport”.
“Storie maledette del calcio”, per la collana “Grande Sport”, è già disponibile in tutte le librerie e store online.