Cos’è la mafia ai nostri giorni, dove si annidano i sui tentacoli, come combatterla? Ne parlerà Francesco Trotta autore del libro ‘Confiscateli-Storie di mafie ed i rinascite’, venerdì 17 febbraio alle 20.45 al Fonato di Thiene.

A dare il benvenuto a Trotta e a Giovanni Viafora del Corriere della Sera  saranno Maria Gabriella Strinati e Maurizio Fanton, assessori al sociale e alla cultura di Thiene. Una serata organizzata dal Presidio Libera ‘Emanuela Sansone’ Altovicentino, in collaborazione con la Consulta Giovani e il Progetto Giovani di Thiene, dove si parlerà di quel nemico che agisce in ogni angolo dello Stivale, dalla Sicilia al Veneto.
Il libro di Trotta traccia l’itinerario che la mafia compie in Italia, annidandosi e organizzandosi in una vera e propria struttura sociale e di legami stretti. La fotografia di un nemico forte che trova tanti grandi guerrieri, che ogni giorno si impegnano a contrastarlo in nome di una rivincita che spesso portano il nome di donne, protagoniste contro la violenza della mafia.

“Continua la collaborazione con Libera e con il progetto Giovani di Thiene – dichiara l’assessore Fanton – Con questo tema importante vogliamo sensibilizzare i cittadini sulle infiltrazioni mafiose e sui percorsi per contrastarle, ringrazio per questo i giovani che tengono viva l’attenzione su queste problematiche”.

“Parlare di mafie non è mai semplice, ancor meno lo è parlare di antimafia – spiega Francesco Trotta – Un vero e proprio terreno minato, sotto la cui “bandiera” spesso si annidano interessi e si aggirano personaggi poco limpidi, attratti dal potere e dal prestigio che conferisce l’appartenenza a un determinato schieramento. La mafia, sistema di potere, si annida nei gangli dello Stato e oggi, in un momento storico assai delicato e comunque unico, ci si è accorti, forse tardi, che anche la cosiddetta antimafia è stata “infiltrata” dagli uomini d’onore. Non c’è nulla che apparentemente si possa salvare dai tentacoli di Cosa Nostra, ’Ndrangheta o Camorra. Dalla Sicilia fino alla Lombardia o al Veneto, i beni confiscati alle mafie sono ovunque e quasi non si sa di averli. I beni confiscati sono oggi degli avamposti di un qualcosa che si fa fatica a progettare. Eppure potrebbero essere una leva per far crollare le fondamenta dei feudi mafiosi. Per questo, quella dei beni confiscati è una partita che fa gola a molti. Ma che si deve vincere. Solo in questo modo quello che è un “fenomeno umano” – così diceva Giovanni Falcone della mafia – avrà una fine”.

P.V.

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