“La salute prima dei guadagni:  a come far ripartire il turismo ci penseremo dopo aver fermato il coronavirus”.

Sono le parole di fiducia e ottimismo di Emanuele Munari, presidente dell’Unione Montana dei 7 Comuni dell’Altopiano, che non perde giorno per invitare i residenti ed i proprietari delle seconde case a non muoversi dal territorio, dove quotidianamente si registrano casi di contagio e morti in ospedale. Emanuele Munari dichiara che l’attenzione è altissima e che le istituzioni regionali, attraverso le amministrazioni territoriali, tengono monitorata la situazione, alla luce dei numeri alti che si sono registrati in seguito a quei famosi giorni di ‘invasione’, che lui stesso aveva denunciato, preoccupandosi delle conseguenze. Due fine settimana in cui, come si ricorderà, i turisti erano arrivati sull’Altopiano prendendo di mira gli impianti sciistici e non solo mentre il Coronavirus approdava nella nostra regione. Munari aveva temuto per quanto poi accaduto con i numeri dei positivi che aumentavano con il passare dei giorni. Positivi che si sono tramutati in ricoveri in ospedale e in alcuni casi in morti.

Munari vuole essere fiducioso sul fatto che prima dell’estate si possa ritornare alla normalità, che l’Altopiano possa tornare ad essere quella meta vacanziera scelta da persone anche oltre lo Stivale.

Munari, lei ha fiducia nel modello veneto, che si fonda sull’utilizzo dei tamponi?

Certo, ho fiducia nel nostro presidente della Regione Luca Zaia, che con la consulenza scientifica dei luminari dell’università di Padova, è riuscito a spegnere in tempo record il focolaio di Vò. E’ l’esempio che, se non ci muoviamo dalle nostre case, se rispettiamo le regole e facciamo esattamente quello che ci dicono le istituzioni, potremo lasciarci alle spalle questo drammatico momento.

Presidente, ogni giorno sui bollettini dell’Azienda Zero si leggono casi di contagio e morti da coronavirus, com’è la situazione all’interno delle vostre strutture sanitarie?

E’ giornaliero il mio contatto telefonico , il  confronto con l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e con il commissario Bortolo Simoni, che mi hanno assicurato che al momento si può continuare così come stiamo facendo e che non esiste il pericolo di cambiare l’organizzazione del nostro ospedale. La situazione non è drammatica e tra qualche giorno potremo anche raccogliere i frutti della condotta di chi sta osservando il decreto del governo e sta rimanendo a casa per evitare di contagiarsi e di contagiare. Se lo ripeto continuamente alla popolazione è perché ci tengo alla tutela dei nostri concittadini e dei turisti. A questi ultimi non c’è alcuna preclusione, ma in questo momento ognuno deve stare a casa propria.

E’ fondata la voce che lei vorrebbe una ‘blindatura’ dell’Altopiano?

Si tratta di una blindatura naturale, non fisica. Tra poco inizieranno i tamponi a tappeto voluti dal governatore Zaia, tra poco daremo la caccia e tutti i positivi in modo che si possano isolare per bloccare il virus, come è stato fatto a Vò. I numeri qui in Altopiano parlano chiaro, dobbiamo isolarci, cioè stare a casa. Fino al week end scorso abbiamo visto in tv gente in coda con l’auto che andava al mare. Queste scene non si devono registrare perchè le regole vanno rispettate, dobbiamo farlo a tutti i costi per ritornare ad essere prima dell’estate quelli che siamo sempre stati: gli abitanti felici di un’oasi, che deve ritornare a risplendere. Possiamo farcela, dobbiamo avere fiducia nelle istituzioni e in chi ci governa, che sta fronteggiando questa emergenza con un modello scientifico che si dimostra vincente e che funzionerà anche nel nostro Altopiano. Colgo l’occasione per ringraziare l’assessore Lanzarin ed il commissario Simoni per quello che stanno facendo per il nostro territorio e per le relazioni costanti che riescono a mantenere nonostante gli impegni.

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