Educazione e rispetto, questi sconosciuti. Stanno facendo il giro del web alcune foto, postate da S.P. sulla pagina facebook ‘Altopiano nel Cuore’, che ritraggono alcuni turisti, stravaccati e in costume, a fianco del cimitero italo-austriaco in Val Magnaboschi a Cesuna, nell’Altopiano di Asiago.

Foto che parlano chiaro e mostrano che, nonostante ci siano cartelli che invitano al rispetto, ci sono escursionisti in costume da bagno, che dormono nei lettini, che giocano a pallone, con bambini che corrono schiamazzando senza essere richiamati al rispetto del luogo dai genitori.

Il post sta facendo discutere molti residenti, ma anche moltissimi altri utenti, disgustati nel vedere un cimitero di guerra considerato alla pari di un bagnasciuga.

“Ma vi pare rispettoso?”, ha chiesto la donna che ha pubblicato il post.

Immediato anche il ‘like’ del sindaco di Gallio Emanuele Munari. Del resto, il danno di immagine per queste scene è dietro l’angolo.

Perché per ogni persona maleducata che considera un cimitero il posto adatto per prendere il sole, ce ne sono molte altre che invece conoscono la storia e pretendono rispetto, non solo per i morti, ma anche per quello che la loro storia rappresenta per i vivi.

Numerosi gli interventi, che fanno riflettere. Tra i vari “che squallore”, “che schifo” e “che mancanza di rispetto”, spiccano alcuni commenti che dovrebbero indurre le amministrazioni comunali a prendere provvedimenti. Altrimenti, a che cosa serve celebrare ufficialmente le giornate del ricordo se poi, nei giorni ‘normali’ si accetta di tutto?

“Succede anche in Ortigara – è uno dei commenti – Ci sono persone che prendono il sole vicino al rifugio Cecchin, purtroppo c’è tanta gente ignorante che non si rende conto che sono luoghi Sacri”.

“Queste cose andrebbero segnalate affinchè chi di competenza facesse un giretto per controllare. Fa veramente orrore”, è un altro commento.

“Mancanza di rispetto, la tipica caratteristica di molti italiani – dice un utente – Non leggere i cartelli sul vialetto in ingresso. Se si chiama Zona Sacra ci sarà un motivo? Andate a Jesolo a prendere il sole. Tutti gli anni la stessa storia”.

“All’entrata della zone c’è tanto di cartello: niente cani liberi, niente pic nic, niente schiamazzi, niente giochi. E’ un luogo sacro – scrive il proprietario di una seconda casa – Ogni volta che ci vado mi viene la pelle d’oca nel pensare chi è sepolto, tutti quei nomi. Capisco che non si può essere ovunque ma le forze dell’ordine dovrebbero passare e multare chi non rispetta questo luogo. Mi vergogno di queste situazioni, poi ci lamentiamo se siamo mal visti”.

Poi c’è chi fa una riflessione sul turismo fuori porta, creato dalla pandemia covid che ha spinto tantissime persone a frequentare luoghi improvvisandosi ‘appassionato’, ma senza la dovuta preparazione.

“E’ uno dei motivi per cui spero che l’emergenza covid finisca presto – scrive C.D. – Voglio di nuovo essere ospite di luoghi e persone che rispondono al rispetto dovuto con squisita accoglienza. Non voglio più essere ospite in mezzo a turisti mangia (i panini portati da casa) e fuggi. Non sopporto più di vedere maltrattati territori e persone che per tutto l’anno spero di raggiungere per sentirmi di nuovo in pace con me stessa. Sogno che ci venga restituita la montagna di chi cammina ascoltando il suono dei propri passi, ama la natura, chi ti fa un cenno di saluto quando ti incrocia per il sentiero. Rivoglio il rispetto, lo spirito di adattamento, la sobrietà di chi la montagna e i suoi abitanti li porta nel cuore”.

“È l’evoluzione del turismo montano post Covid – sottolinea F.B., incassando consensi e facendo riflettere – Non voglio essere sgarbato, ma se leggete le richieste presenti su certi post, vi renderete conto di una massa di persone del tutto impreparate a vivere e apprezzare la montagna. Chi chiede dove si mangia bene a 2000 metri, magari in un rifugio, chi si lamenta che in una malga non funzionava il bancomat, chi chiede una colazione tirolese ad Asiago, chi si lamenta per alberi tagliati nel bosco”.

A.B.

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