Il 20 marzo di un anno fa Asiago e l’altopiano tutto perdevano il punto nascite, chiuso dopo l’avvento del Covid : una mancanza che si è fatta sentire in un comprensorio dove da quella data i nati sono stati ben 138.

Un disagio grande per chi vive in montagna e da allora si è visto costretto a scendere in pianura non solo per mettere al mondo un figlio, ma spesso anche per controlli o visite che una volta erano egregiamente gestiti nel nosocomio asiaghese.

E’ nato così il gruppo ‘Pance dell’Altopiano’ che, con oltre 70 mamme aderenti, ha deciso di non silenziare quel malessere scaturito nel veder in qualche modo negata la serenità in un momento delicato come quello della gravidanza. “Dopo varie iniziative che ci hanno viste scendere anche in piazza lo scorso settembre” – commenta la portavoce del gruppo Ivana Baù – “abbiamo deciso di realizzare un video, eloquente più di tante parole nel motivare la nostra preoccupazione e speriamo utile a far arrivare il nostro messaggio. Il problema non è solo legato alle partorienti che devono farsi magari in pieno travaglio un’ora di auto tra curve e traffico, ma anche chi un bambino già ce l’ha e magari necessita in urgenza di farlo visitare ad un pediatra: ad oggi l’ospedale può contare su un’unica professionista e solo nei giorni feriali. Se capita qualcosa nel fine settimana, siamo nelle mani della provvidenza”.

Un video che si colora dei volti gioiosi dei tanti bimbi venuti alla luce in questi mesi, due in pronto soccorso assistiti dal personale di turno e uno addirittura in salotto: un disagio oggettivo se si considera che effettivamente l’ospedale di Santorso come quello di Bassano distano circa quaranta chilometri e se il nascituro decide di rompere gli indugi nel weekend oltre alla comprensibile trepidazione dei genitori si aggiunge l’ansia di rimanere bloccati nel traffico o a causa degli eventi meteorologici, questo augurandosi che non sopraggiungano complicazioni: “E’ già accaduto che l’ambulanza rimanesse incagliata nelle code della domenica” – prosegue Ivana Baù – “e non parliamo se a questo si somma un inverno nevoso come quello di quest’anno. Chiediamo solo che si ascolti il nostro appello e ci venga reso quello che riteniamo un servizio essenziale. Nella nostra lotta possiamo ringraziare il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern che ha sempre mostrato grande attenzione e sensibilità verso la nostra istanza: speriamo di trovare anche in altri amministratori altrettanta attenzione alla causa e che il nuovo ospedale veda ripartire ciò che ci è stato tolto”.

Marco Zorzi

 

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