In Altopiano cittadini, turisti, attività economiche  e ricettive sono pronti per la ripartenza ma dalle pagine social dei sindaci e dalle loro dichiarazioni ai media la ‘Spettabile Reggenza’ appare spaccata come non mai ed i singoli Comuni appaiono come pezzi di un vetro in frantumi.

E i fari, cioè le attenzioni di tutti, invece di finire puntati su progetti, accordi, impianti, ricezione, accoglienza ed enogastronomia, temi primari per far respirare l’economia locale e rimettere piatti sui tavoli delle famiglie, finiscono per illuminare le beghe tra i primi cittadini, che si mostrano più impegnati ad offendersi tra di loro che ad elaborare una strategia comune.

Che la situazione in Altopiano non fosse facile lo aveva dimostrato già ‘l’affaire Munari’, la cui presidenza dell’Unione Montana è finita con le dimissioni proprio per il disaccordo con i colleghi, in particolare con le amministrazioni di Asiago e Roana. Disaccordi che in molti hanno interpretato come semplici protagonismi. Che in tempi di vacche grasse sarebbero passati inosservati, ma nella fase di riavvio post pandemia, con due lockdown, il commercio allo stremo ed una stagione invernale al palo, non fanno ben sperare.

E se nell’Alto Vicentino c’è chi spera di riuscire a recuperare il progetto di una grande area metropolitana, in grado di organizzare e condividere servizi ed eventi e di attrarre gente, l’Altopiano sembra andare in tutt’altra direzione, mostrandosi sgretolato, con i primi cittadini attaccati al loro campanile ed incapaci di mostrarsi uniti.

Accuse di amministrare comuni grandi come un condominio, di non essere leader, di protagonismo e di non fare il bene della comunità. Il tutto mentre i cittadini dell’Altopiano, ancora sbigottiti dalla mancata riapertura in inverno e dalle scarse entrate dello scorso anno, stanno preparando la ripartenza, rimboccandosi le maniche per uscire dall’incubo covid. Sui social infatti rimbalzano le ‘scazzottate da bar’ tra i primi cittadini, rivelando di giorno in giorno, una frattura sempre più profonda, che nemmeno il calore della bella stagione sta facendo rimarginare.

Ci si chiede dove siano finiti il buon senso e la visione comune, la voglia di progettare un recupero che, dopo gli investimenti che hanno visto alcune amministrazioni impegnarsi per il rilancio degli impianti sciistici e per la stagione estiva, ora sembra essere sparita dietro il volto di alcuni sindaci, che di fare squadra pare non abbiano intenzione.

Nemmeno Roma, con il premier Mario Draghi a fare da collante a schieramenti eterogenei, riesce a ‘sfondare’ in Altopiano per dare il buon esempio. E se Otto von Bismark, il ‘cancelliere di ferro’ tedesco, definiva la politica “l’arte del possibile”, in Altopiano siamo di fronte al pensiero molto più umano del Mahatma Gandhi: “L’uomo si distrugge con la politica senza principi”.

Complici i social, attraverso i quali rimbalzano i vari protagonismi, quasi sempre su argomenti di second’ordine, che mal rappresentano le esigenze dei cittadini. Che di certo preferirebbero vedere i loro sindaci impegnati per la Sanità, per il Turismo (risorsa tra le principali in Altopiano), per i giovani, per il Commercio. Sindaci che dovrebbero, soprattutto adesso, saper fare squadra (e anche un passo indietro) per tutelare le loro comunità, che sono tutte ‘sulla stessa barca’, grandi o piccole che siano.

A.B.

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