“Il Veneto si prepara a lavorare ad una gestione regionale del lupo prestando particolare attenzione alla vicinanza di esemplari confidenti a centri abitati o ad attività economiche come nel caso delle nostre malghe, patrimonio montano da tutelare. Grazie alla collaborazione con Ispra si apre la possibilità di dare risposte a un problema sempre più sentito soprattutto in alcune aree del territorio regionale come la Lessinia, l’Altopiano di Asiago, il Bellunese con l’Alpago e il Polesine permettendo una gestione più mirata della specie, anche con prelievi selettivi, senza per questo compromettere lo stato di conservazione soddisfacente della popolazione. Il passo successivo sarà attendere i tempi tecnici per il recepimento della direttiva europea di declassamento del lupo votato dal Parlamento europeo, per arrivare a quello che come Veneto auspichiamo da tempo, cioè un Piano lupo nazionale. Noi siamo pronti ad agire per dare risposte alle richieste del nostro territorio”.
L’assessore regionale alla Caccia, Cristiano Corazzari, interviene sul tema del lupo alla luce del recente voto del Parlamento europeo che in seduta plenaria a Strasburgo ha votato il passaggio del lupo da specie “strettamente protetta” a semplicemente “protetta”.
“Il Veneto è stato tra le prime regioni a chiedere maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi garantendo comunque lo stato di conservazione soddisfacente della popolazione, per rispondere alle criticità segnalate in alcune zone con l’obiettivo di minimizzare i conflitti – aggiunge Corazzari-. La Regione è attiva da tempo sul fronte dei ristori per i danni subiti dagli allevatori, e sul fronte del monitoraggio, ora è necessario arrivare in tempi brevi a recepire il declassamento del livello di protezione per tutelare la sicurezza dei nostri territori e delle attività economiche”.
L’opposizione:”Gravissimo parlare di abbattimenti. Demagogia di Corazzari”
“Abbattere i lupi non risolve i problemi, li aggrava. Gravissimo anche il progetto per consentire ai cacciatori l’accesso con fuoristrada ai sentieri montani. Il declassamento del lupo da ‘specie strettamente protetta’ a ‘specie protetta’, approvato recentemente dal Parlamento Europeo con i voti favorevoli di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, rappresenta un pericoloso passo indietro nelle politiche di conservazione e un trionfo della demagogia sulle evidenze scientifiche”. Con queste parole Andrea Zanoni, consigliere regionale del Veneto di Europa Verde e Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale dei diritti degli Animali, che interviene sulla recente decisione europea e sulle inquietanti dichiarazioni dell’assessore regionale alla Caccia Corazzari.
“È allarmante che l’assessore Corazzari – commenta Zanoni – parli già di abbattimenti dei lupi che si avvicinano ‘ai centri abitati, oltre che a malghe e allevamenti’, rivelando una visione semplicistica e anacronistica della gestione faunistica. Questo approccio non solo ignora completamente le evidenze scientifiche, ma propone soluzioni che hanno dimostrato di non funzionare e che, al contrario, rischiano di aggravare i problemi esistenti. Voglio sottolineare come la scienza abbia ampiamente dimostrato che l’abbattimento dei lupi non riduca sul medio-lungo termine le predazioni, – aggiunge Zanoni – ma possa addirittura incrementare danni e conflitti destabilizzando la struttura sociale dei branchi. I dati parlano chiaro: solo lo 0,065% del bestiame allevato in Europa è vittima di predazione da parte del lupo ogni anno. Il problema non è la presenza del lupo, ma la mancata adozione di misure preventive adeguate. Recinzioni elettrificate, cani da guardiania, ricoveri notturni per il bestiame sono soluzioni concrete che, quando implementate correttamente, riducono drasticamente le predazioni. Eppure, invece di investire seriamente su queste misure, si preferisce la via più facile e populista: declassare e abbattere”.
“È particolarmente preoccupante – evidenzia Zanoni – anche il progetto di legge che intende consentire ai cacciatori di raggiungere con fuoristrada la parte alta della montagna tramite sentieri attualmente vietati. Una misura che, oltre a danneggiare gravemente l’ecosistema montano, appare chiaramente funzionale all’attuazione di piani di abbattimento che ora, oltre a cinghiali e volpi, avranno come obiettivo anche i lupi. Si tratta di un attacco concertato alla biodiversità delle nostre montagne. Il vero problema è che il Piano nazionale di conservazione e gestione del lupo è bloccato da anni, e molte regioni italiane hanno dimostrato gravi carenze nel monitoraggio della specie. Come si può pretendere di gestire efficacemente una specie senza conoscerne adeguatamente distribuzione, dinamiche e impatti reali?, – si chiede il consigliere-. Europa Verde si opporrà con tutti gli strumenti a sua disposizione a questa deriva antiscientifica e antiambientalista. Chiediamo alla Giunta regionale del Veneto di abbandonare l’approccio ideologico alla gestione del lupo e di investire seriamente nella prevenzione, nell’educazione e nel monitoraggio scientifico. Solo così si potranno ridurre realmente gli impatti e abbassare il livello dei conflitti, promuovendo una coesistenza autentica tra attività umane e conservazione della biodiversità”, conclude Zanoni.
