“Personale che si deve spostare da Santorso e Bassano per garantire i turni ad agosto, con 20 ore di straordinario non pagato al mese e nessuna nuova assunzione”.

La riapertura del punto nascite dell’ospedale di Asiago inizia con qualche intoppo secondo Carlo Cunegato, consigliere comunale di Coalizione Civica a Schio e volto di riferimento de Il Veneto che Vogliamo nell’Alto Vicentino. “Una sola ostetrica la notte, due di giorno, ma tutte che arrivano dagli altri due ospedali della Ulss7 Pedemontana, non c’è stata nessuna nuova assunzione e questo rischia di creare problemi sia per la sicurezza dei cittadini e dei piccoli che devono nascere sia per la tutela dei lavoratori – ha commentato Cunegato – Verranno impiegate le ostetriche che lavorano a Santorso e a Bassano. A quanto ci è dato di sapere per il turno di agosto le lavoratrici avranno più di 20 ore di straordinario al mese da turno, firmato dalla Direzione. Tra l’altro, gli straordinari non vengono pagati. Inoltre, per chi deve già fare 8-9 notti al mese, si aggiungono notti e reperibilità notturne. Chi fa un lavoro così delicato, dal quale dipende la vita dei nostri figli, non può essere spremuto come un limone. I diritti del lavoro si intrecciano con la qualità del servizio. Molte lavoratrici saranno costrette a superare il monte ore settimanale previsto, dal contratto nazionale, a 48 ore. Come si può lavorare in queste condizioni? Si può rimanere lucidi di fronte ad un’emergenza o a un imprevisto?”

Il consigliere scledense, da sempre in prima linea per le sue battaglie per la Sanità pubblica, non ha dubbi e ritiene che la bella notizia della riapertura del punto nascite, tanto attesa dai residenti nell’Altopiano e punto di orgoglio anche per dare tranquillità ai turisti, venga offuscata “per le troppe criticità”.

Carlo Cunegato ha dichiarato: “Ci sono due criticità importanti, tutt’altro che trascurabili. Una ha a che fare con i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e l’altra con la sicurezza dei cittadini. Nel punto nascite di Asiago è prevista la presenza di due ostetriche di giorno, mentre di notte è presente una sola ostetrica, perchè l’altra è reperibile. Evidentemente la maggior parte delle ostetriche che lavorano a Santorso e a Bassano, abitano a decine di chilometri dall’ospedale di Asiago. Nessuna di loro, in caso di emergenza riuscirebbe ad arrivare velocemente. Quando si deve affrontare un codice rosso, il protocollo prevede la presenza di due ostetriche e il tempo per intervenire non deve superare i 7 minuti. E’ palese che per le ostetriche che abitano nell’Alto Vicentino o nel bassanese non sarà possibile intervenire prima di 40-45 minuti. Un tempo che non consente di affrontare un’emergenza, un tempo che potrebbe determinare la morte del nascituro. C’è inoltre la questione della possibile assenza, in caso di emergenza, del pediatra neonatologo per la rianimazione neonatale, perché presente per solo qualche ora il mattino. La tempestività e la qualità delle manovre di rianimazione sono fondamentali per il successo terapeutico, quando si presentano problematiche nel neonato, in presenza di un codice rosso. Bene l’apertura del punto nascite, ma non può avvenire senza assunzioni. Non deve avvenire sulle spalle delle lavoratrici, non deve assolutamente avvenire se non vengono assicurate le condizioni di sicurezza durante il parto. Ne va della vita dei nostri figli e delle loro madri. I cittadini di Asiago hanno diritto ad avere questo servizio, ma deve essere di qualità e in massima sicurezza”.

A.B.

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