L’incidente che ha visto sfortunata protagonista la quindicenne Anita, è accaduto Sabato 20 Marzo e da quel giorno mamma Daniela e papà Giuseppe non si danno pace: non solo la comprensibile preoccupazione per una figlia che sta lottando per vivere, ma assieme il fardello di una dinamica tutt’altro che chiara.

La vicenda. Anita è una giovane promessa dello sci affiliata allo Sci Club di Gallio e lo scorso weekend si trovava nelle piste della Ski Area Monte Verena per allenarsi in vista di una competizione: durante una discesa perde la traiettoria di pista e sbatte con violenza contro una pianta. Nonostante  traumi multipli rimane comunque cosciente e pare siano stati i suoi stessi lamenti ad attirare l’attenzione di un compagno che darà poi l’allarme.

Ma è da questo momento in avanti che la drammatica vicenda tende ad aggrovigliarsi in un susseguirsi di testimonianze che sembrano non coincidere, costringendo i genitori a lanciare un appello.

“Stando a quanto sinora abbiamo potuto ricostruire” – commenta papà Giuseppe con le forze residue di un uomo provato, ma deciso ad ottenere chiarezza – “i soccorsi sono stati allertati alle 10.38: i maestri di sci sostengono di aver trovato Anita pochissimi minuti dopo le 10, ma altri testimoni sostengono che alle 9.45 già erano con lei. Aldilà di quale sia la versione corretta, resta evidente che comunque è trascorso un tempo inspiegabilmente lungo, minuti preziosi per nostra figlia che nel frattempo aveva un’emorragia interna”.

C’è poi un altro aspetto molto controverso: la giovane atleta sarebbe stata spostata dal luogo dell’incidente e portata a valle con una motoslitta sempre dai maestri di sci, circostanza che se confermata complicherebbe la posizione di personale non adeguatamente formato alla movimentazione di una persona così gravemente infortunata.

Sulla scorta di queste notizie ancora al vaglio delle autorità competenti, i genitori hanno rivolto un appello via social a tutti coloro i quali avessero visto qualcosa che li aiuti a ordinare i tasselli di un puzzle finora incompleto: “Noi cerchiamo solo la verità, per Anita, ma anche per chiunque altro dovesse trovarsi in una situazione che non auguro a nessuno. Di fronte a un incidente la prontezza di riflesso, la lucidità e il senso di responsabilità nell’intraprendere qualsiasi iniziativa sono spesso lo spartiacque tra la vita e la morte del malcapitato: noi vogliamo sapere come sono andate le cose e non ci fermeremo finchè non avremo conferme”.

Restano intanto critiche le condizioni di Anita, portata in elisoccorso all’ospedale Borgo Trento di Verona e da allora sottoposta ad una serie di interventi molto delicati: su questo comunque la famiglia ha deciso al momento di mantenere il massimo riserbo.

Marco Zorzi

 

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