Le misure di prevenzione dei danni da attacchi predatori dei lupi funzionano, in quanto nei territori in cui la presenza è consolidata i danni sono “stabili o in diminuzione”, e le ‘virtual fences’ attorno a malghe e pascoli sperimentate in alcune aree hanno portato i lupi a desistere dall’attacco nell’82% dei casi. È quanto emerge dal ‘Tavolo regionale di partecipazione e informazione per la gestione del lupo e dei grandi carnivori’, istituito dalla Regione Veneto nel 2017 e riunitosi oggi. L’incontro ha visto la presentazione dei dati relativi a presenza ed impatto del lupo raccolti dagli uffici regionali, e l’illustrazione della ricerca di Marco Apollonio, ordinario del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari, condotta tra il 2018 e il 2021 nell’ambito del ‘Progetto di gestione proattiva del Lupo in Veneto mediante telemetria satellitare’. “In Veneto abbiamo assistito a una rapida evoluzione distributiva della specie che porta con sé sfide gestionali importanti, dalla protezione del bestiame al pascolo e la salvaguardia delle attività economiche tradizionali, alla gestione di esemplari confidenti, che sempre più spesso vengono avvistati in prossimità di insediamenti abitativi”, commenta l’assessore regionale alla Caccia, Cristiano Corazzari, che lamenta una “impasse” a livello nazionale dal punto di vista normativo, con la mancata approvazione del nuovo piano di gestione del lupo e dello schema di aiuti di Stato per l’indennizzo dei danni.

Per quanto riguarda i dati presentati, nel 2020 sono stati contati 290 eventi predatori accertati e 813 capi uccisi (di cui, 478 ovi-caprini, 118 bovini, 55 asini), a fronte dei quali sono stati erogati un totale di 290.678 euro di contributi a titolo di indennizzo. I dati dei primi sette mesi del 2021 sembrano mostrare una diminuzione in termini generali degli eventi predatori, sebbene ad oggi siano comunque già stati erogati indennizzi per oltre 200.000 euro. L’indagine presentata mostra che sono soprattutto i territori di più recente insediamento di nuovi branchi a scontare il maggiore impatto in termini di predazioni sui domestici, mentre nei territori di presenza consolidata i danni sono stabili o in diminuzione anche per effetto della messa in atto delle misure di prevenzione. Il progetto di telemetria proattiva portato avanti da Apollonio ha invece consentito di testare sul campo sistemi di prevenzione sperimentali mai usati prima in Europa e acquisire dati sulla ecologia del lupo attraverso telemetria satellitare, attraverso un collare Gps in grado di comunicare la posizione e interagire con dei sensori posizionati in aziende zootecniche. Recinzioni virtuali di sensori attorno a malghe e pascoli hanno quindi registrato il passaggio dei lupi, attivando un sistema di allerta con luci e suoni che nell’82% dei casi ha fatto sì che il predatore non attaccasse.

Ciò nonostante, la Regione Veneto ha inviato al ministero della Transizione ecologica e a Ispra la richiesta di poter utilizzare i proiettili di gomma per dissuadere i lupi dall’attacco, ottenendo l’autorizzazione. Il 19 agosto è stato quindi effettuato dalla Polizia provinciale di Vicenza il primo intervento di dissuasione nei confronti del lupo alpha del branco, un esemplare dotato di radiocollare. Il progetto prevede ora interventi di formazione, rivolti agli agenti delle polizie provinciali e ad altri operatori istituzionali, finalizzato a fornire le conoscenze sui metodi di cattura di lupi o eventuali ibridi con il cane.

A cura della Regione Veneto

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