La giustizia è lunga, ma prima o poi arriva: deve passare da diversi gradi di giudizio, ma tutto giunge al capolinea. 5 anni , due mesi e 10 giorni di reclusione sono la pena che un furfante, che non risparmiava nemmeno anziani parroci dell’Alto Vicentino dovrà scontare dietro le sbarre del carcere, dove avrà modo di riflettere sul male inflitto ai più deboli pur di arraffare denari.  I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Thiene, nella mattinata di venerdì, hanno eseguito l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Venezia nei confronti di Antonio Baù, 73enne asiaghese residente a Thiene , colpevole di una sfilza di truffe  ai danni di imprenditori, pensionati, vecchiette indifese, ma anche giovani coppie, che raggirava facendo credere di essere un giudice in servizio al tribunale di Bassano del Grappa, in grado di risolvere qualsiasi controversia civile. 

L’uomo deve scontare la pena residua , in quanto ha già trascorso un altro periodo preventivo di galera, dopo l’arresto dei carabinieri dell’allora Capitano Sabatino Piscitello, che liberò, con i suoi investigatori da un vero incubo molte persone. Vittime che oltre al danno economico, subirono uno choc emotivo per aver creduto al millantatore .

Baù non risparmiò nessuno per anni, in cui battè a tappeto le zone di  Thiene, Fara e Isola Vicentina, Valli del Pasubio, Zugliano, Bassano del Grappa, Marano, Piovene Rocchette e Monselice (PD) di cui è stato protagonista, dall’inizio del 2006 alla fine del 2009. In quell’anno venne arrestato grazie alla denuncia di una delle vittime, che diede inizio a quello che si rivelò un vaso di pandora, da cui fuoriuscirono storie  dallo stesso copione, con protagonista un truffatore con il pedigree, capace di raggirare e manipolare qualsiasi mente pur di spillare soldi.  Sempre ben vestito e dall’eloquio brillante, Baù era entrato talmente nel personaggio del giudice, al punto da fingere di ricevere telefonate in cui si parlava di gravi fatti di cronaca nera nazionale, dove si chiedeva la sua consulenza. Tutto questo per accreditarsi alle sue vittime, che quasi arrivavano ad essere lui riconoscente per l’amicizia concessa. Salvo poi, accorgersi che quell’uomo dall’aspetto rassicurante, era in realtà uno spietato truffatore ed estorsore, che aveva mietuto tantissime vittime, molte delle quali hanno fatto tanta fatica a denunciare per il pudore dell’inganno subito. 

Da oggi, per il falso giudice sono tornate a spalancarsi le porte del carcere di Vicenza.

N.B.

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