Via libera al percorso di formazione per super Oss, gli operatori sociosanitari con competenze di ambito infermieristico che avranno il compito di alleggerire il lavoro degli infermieri in modo da sopperire alla mancanza di personale sanitario in Veneto. La commissione Sanità del Consiglio regionale ha infatti licenziato a maggioranza le disposizioni per il nuovo corso di formazione, che sarà organizzato da Azienda Zero con il supporto della Fondazione Scuola di Sanità pubblica e a cui potranno partecipare 510 Oss per 400 ore, ad un costo nominale di 700 euro a carico delle aziende sanitarie e del datore di lavoro o, in alternativa, del singolo partecipante. È previsto poi un corso per gli infermieri che guideranno e affiancheranno gli Oss specializzati nell’inserimento nelle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani. “Si tratta di una figura che non va a sostituire quella degli infermieri e che andrà ad integrare la rete delle figure assistenziali, come già sperimentato in altre regioni, come Liguria, Toscana e Sardegna, e a qualificare il livello di assistenza del sistema pubblico-privato”, assicura l’assessore regionale a Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin.

“Quella degli Oss con formazione complementare è una figura che va ad arricchire i profili già previsti. Non è una figura inventata in Veneto, ma introdotta da un’intesa nazionale e già realtà in altre regioni, come la Toscana, la Sardegna o la Liguria”, aggiunge la presidente della Commissione sanità, Sonia Brescacin (Lega – Liga veneta). “Già una legge regionale veneta, la 20 del 2001, prevede questa figura. Una legge che ha fatto da apripista, tanto da essere poi presa come punto di riferimento nell’Accordo Stato-Regioni del 2003. Nel corso di questi 20 anni, ci si è resi conto che è essenziale una figura qualificata, anche per permettere all’infermiere, per cui la delibera approvata oggi inquadra meglio le competenze, di assumere quelle decisioni in merito all’assistenza sanitaria che il suo ruolo gli impone”, conclude. Ma le opposizioni non sono convinte, e infatti le dem Anna Maria Bigon e Francesca Zottis e la pentastellata Erika Baldin non hanno partecipato al voto. La decisione è scaturita dal fatto che “non ci sono gli elementi giuridici a disposizione, gli unici in grado di consentire una valutazione completa e di assumere una conseguente scelta pienamente consapevole”, spiegano le esponenti di minoranza. “Da un lato resta aperta e da definire la partita riguardante il corretto inquadramento professionale e dall’altro va ribadito che il contratto collettivo non prevede la figura degli Oss. Nodi che, se non vengono chiariti, lasciano lo spazio per impugnazioni come evidenziato da diversi rappresentanti”. Ancora una volta, concludono, la scelta della Regione “appare frutto di una fretta e di forzature che non si conciliano con la necessità di mettere in campo interventi efficaci e normativamente corretti”.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia