“Quarantena di 21 giorni da trascorrere a proprie spese in albergo, braccialetto elettronico, divieto totale di uscire pena la galera ed il timore che se i bambini siano positivi al covid perché in tal caso vengono portati in isolamento senza contatto con i genitori per almeno 14 giorni”. E’ il racconto del breganzese Andrea Borghesan, ingegnere, 48 anni, che vive ad Hong Kong da oltre 10 anni, con la moglie e i bambini di 5 e 9 anni. “Voglio tornare a casa al più presto, appena faccio il vaccino rientro, per stare vicino a mia mamma”.

Hong Kong è un posto non semplice già in tempi normali, in bilico tra la vera Cina e una qualsiasi metropoli internazionale dove la nazionalità è solo un optional, ma che da un anno a questa parte, con le rivolte pro-democrazia e la pandemia, sta mettendo a dura prova molti italiani che in quell’angolo d’oriente ci hanno messo radici.

Solo 3 giorni fa è stata approvata la ‘bozza di riforma’ per Hong Kong, che prevede che solo i ‘patrioti’, cioè coloro che rispettano la Cina così com’è, sotto la guida del partito comunista, possono candidarsi a governare. Il tutto mentre gli esponenti di spicco dell’opposizione hongkonghese sono in cella o in esilio.

“Ho avuto paura per i miei bambini, di 9 e 5 anni – ha raccontato – Ieri hanno fatto un ‘ambush lockdown’ (un’imboscata per fare i tamponi) a tutti i residenti del nostro grattacielo. Impossibile spostarsi fino all’esito dei test, che fortunatamente nel nostro caso sono stati tutti negativi. Braccialetto elettronico per tutti, chiusi in casa. Avevamo il terrore che i bambini, o uno di loro, risultasse positivo. Il giorno prima un conoscente ci aveva raccontato dei suoi due bimbi, trovati positivi e portati in un ospedale dove sono stati isolati da tutti. Con una giacca che impediva di scendere dal letto, dovevano mangiare da soli e farsi i bisogni addosso. Piangevano e non venivano consolati. La mamma ha dovuto fare i salti mortali per entrare e stare con loro. Ero terrorizzato succedesse ai miei”.

Siete bloccati lì?

Tornare adesso, con la quarantena di 21 giorni a spese tue in albergo e 2 bambini è impensabile. C’è una regola sulla quarantena assurda, 21 giorni in albergo a tue spese anche se hai casa. Ovviamente con braccialetto elettronico e senza poter mettere il naso nemmeno in corridoio, pena la galera. Io appena faccio il vaccino rientro in Italia, voglio stare vicino a mia mamma che non sta bene. Ma stiamo pensando di far fare ai piccoli la scuola in Italia da settembre.

Com’è vivere a Hong Kong in questo periodo? Più di qualcuno parla di mancanza di libertà…

Dopo le proteste a favore della democrazia la Cina ha deciso che deve ridimensionarla. E questo avrà ripercussioni su tutto. Io stesso ho notato molte differenze negli ultimi anni. Cina e Hong Kong sono molto diverse, ma è evidente che le autorità si stanno muovendo per diminuire il gap (la differenza). Qui oramai il singolo, la libertà individuale non conta più. Con la ‘scusa’ del covid riescono ad imporre un regime che aiuta il governo a controllare le persone.

Percepisco un senso di paura…

Le regole anti covid, assieme alla legge di sicurezza nazionale imposta da Pechino lo scorso luglio, hanno fatto sì che la gente abbia addirittura paura di parlare o scrivere sui social per non essere tacciati da traditori ed essere possibilmente imprigionati. Mi sento di dire che Pechino si è accorta, dopo le proteste, di aver fallito nell’opera di ‘educazione’ delle nuove generazioni dopo il 1997 e penso non vorrà perseverare nello stesso errore.

Da quanto non tornate?

Noi non siamo potuti tornare l’estate scorsa e anche a Natale abbiamo dovuto cancellare per questa assurda regola. Ora vorremmo tornare a luglio ma qui sembra che la legge la terranno fino a tutto il 2021. Stiamo seriamente pensando di tornare in estate in Italia e di non rientrare ad Hong Kong finché non elimineranno la quarantena. Se la elimineranno.

Come state vivendo la pandemia laggiù?

Ci sono molte regole, strettissime. Qui non si possono cercare escamotage, si rischia la prigione se non si fa quello che viene imposto. Finalmente hanno iniziato a fare i vaccini. C’è una cosa che mi turba e non riguarda solo Hong Kong ma anche la mia Italia: la reazione scomposta dei primi periodi di questa emergenza era comprensibile vista la scarsa conoscenza ma ora trovo davvero assurdo che siamo ancora in emergenza.

I bambini vanno a scuola o fanno dad (didattica a distanza)?

I bambini non vanno a scuola da circa un anno. Sono attrezzati, fanno tutto via computer e online. Ma mi dispiace per loro, perché sono piccoli, hanno bisogno di socializzare. La VSE (virtual school experience) non è paragonabile alla didattica in classe. Se riaprissero le scuole in Italia li porterei lì.

A.B.

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