Una bella notizia che molte famiglie che vivono la disabilità attendevano da mesi, sequestrate in casa perchè per chi si occupa di una persona ‘fragile’ è davvero un incubo questa pandemia. Non solo per il rischio di contrarre il coronavirus, ma per la paura che, ammalandosi, una madre ed un padre caregiver non possa prendersi di cura di quella persona che dipende esclusivamente dalle sue forze. Ci si augura che la Regione Veneto metta in pratica questo nuovo accordo, che dà sollievo a migliaia di famiglie.
Firmato il protocollo d’intesa tra la Pediatria di Famiglia e il Governo, le Regioni e le Province autonome, sulla campagna contro il Covid-19. “Potremo vaccinare genitori e caregiver dei bambini pazienti fragili- annuncia Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri- e quando sara’ disponibile la profilassi per gli under 16, ci occuperemo anche di questo. Siamo estremamente soddisfatti, perche’ in premessa, all’interno dello stesso documento, il Governo e le Regioni ci riconoscono un ruolo insostituibile nell’individuare caso per caso le situazioni di vulnerabilita’, ma anche nell’incrementare la copertura vaccinale della popolazione, grazie alla nostra presenza capillare nel territorio, alla possibilita’ di esecuzione delle vaccinazioni in ogni occasione di visita e in considerazione del rapporto fiduciario che ci lega alle famiglie”.
L’accordo, preso atto che il Piano vaccinale rappresenta lo strumento principale con cui contrastare la diffusione del contagio, rileva, con l’aumentare della disponibilita’ delle dosi, la necessita’ di coinvolgere attivamente i Pediatri di Libera Scelta, per procedere alla copertura della popolazione italiana nel piu’ breve tempo possibile. Il documento definisce la cornice nazionale e le modalita’ con cui i Pediatri di Famiglia potranno essere liberamente coinvolti a livello regionale, nell’ambito di accordi specifici.
“Nessuno come il Pediatra di Famiglia- spiega Biasci- puo’ conoscere le singole situazioni di fragilita’, legate alle patologie prioritarie definite dall’ultima circolare della Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. Siamo lieti si sia compresa l’importanza di immunizzare i caregiver, a partire dai genitori, dei nostri pazienti piu’ vulnerabili: proteggere i piu’ fragili tra i piu’ piccoli e’ una battaglia di civilta’. Siamo soddisfatti inoltre che Ministero e Regioni abbiano riconosciuto che i Pediatri di Famiglia debbano essere coinvolti nelle vaccinazioni del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale dei propri assistiti, prevedendo per questo specifici Accordi regionali. Oltre a rappresentare un auspicato passo in avanti nella semplificazione e nell’ottenimento degli obiettivi di prevenzione, iniziare a farlo in questa fase puo’ contribuire a liberare risorse rendendo disponibili per la vaccinazione anti Covid-19 le sedi e gli operatori sanitari attualmente impegnati nelle vaccinazioni per l’infanzia. Il Protocollo introduce, tra le altre cose, anche un’innovativa semplificazione, ovvero la possibilita’ per i Pediatri di Famiglia di accedere in tempo reale all’anagrafe vaccinale e contribuirne all’aggiornamento in tempo reale, condizione indispensabile per assicurare efficienza ed efficacia delle campagne di profilassi”. Per onorare quest’intesa si renderanno necessari dei provvedimenti a carattere di urgenza che consentiranno di integrare il Fondo sanitario nazionale e che saranno progressivamente definiti sulla base dell’andamento della Campagna vaccinale. Nell’ambito degli Accordi Regionali sara’ opportuno prevedere l’assegnazione prioritaria delle risorse destinate al miglioramento dei livelli organizzativi con acquisizione di personale infermieristico ai Pediatri che aderiranno al Protocollo, eseguendo le prestazioni nel proprio studio. “È necessario- conclude Biasci- un immediato provvedimento normativo che protegga i medici somministratori dai rischi legati ad eventuali reazioni avverse. Il pericolo e’ infatti che, dopo la recente apertura di inchieste su eventi gravi occorsi dopo l’inoculazione del vaccino contro il Covid-19, molti medici si tirino indietro per non rischiare procedimenti giudiziari a causa di eventi non dipendenti dalla loro volonta’ e competenza. Vogliamo fare la nostra parte, ma dobbiamo essere messi in grado di farlo con serenita’”.
“Abbiamo accolto con grande soddisfazione la modifica delle Raccomandazioni sulle priorita’ vaccinali che ha sanato un vulnus importante, stabilendo da subito la vaccinazione delle persone vulnerabili e con grave disabilita’ e dei loro caregiver. Ora, e’ necessario garantire che tali Raccomandazioni vengano recepite prontamente sui territori”. Lo ha sottolineato la deputata di IV, Lisa Noja, nel corso del suo intervento alle Commissioni riunite Affari Sociali della Camera e Sanita’ del Senato sulle linee programmatiche del Ministero della Salute. “Per questo- ha proseguito la capogruppo di Italia Viva in Commissione Affari Sociali- servira’ da parte del governo grande attenzione per garantire una celere organizzazione che sia omogenea su tutto il territorio e che tenga conto anche dei caregiver. Non possiamo permettere che in alcune Regioni le persone fragili siano lasciate indietro”. “Inoltre, e’ indispensabile non scoprire le aree di assistenza, incaricando di una serie di complicati oneri amministrativi personale che in questo momento deve essere concentrato sulle esigenze di cura, come i medici di base. Rischiamo, infatti, di diminuire la capacita’ di risposta della prima linea di presidio della cura delle persone malate. La campagna puo’ essere accelerata anche con il coinvolgimento dei centri diagnostici privati, accreditati e non, cosi’ come dei medici aziendali. Dividiamo i compiti- ha concluso- perche’ la campagna vaccinale e’ una priorita’ ma la gente continua ad ammalarsi e va curata”.