Alto Vicentino a ‘discarica zero’, con solo lo 0,1% del rifiuto prodotto conferito e la differenziata aumentata fino al 70%. Risultati decisamente positivi, che secondo 28 sindaci del territorio sono ottenuti anche grazie ad Ava (Alto Vicentino Ambiente), la partecipata che gestisce il ciclo dei rifiuti.

Ma quello che è destinato a far discutere è senz’altro il fatto che non ci sia nessuna previsione di chiusura della linea 2 del termovalorizzatore di Cà Capretta in quanto “all’assemblea dei soci non è mai stata presentata una richiesta”.

In una lettera condivisa spedita più tardi di quanto voluto “a causa della necessità di coordinarsi tra tutti e alla difficoltà di incontrarsi” ed indirizzata ad Avr (Alto Vicentino Ricicla) che contesta il teleriscaldamento sostenuto da Ava, i primi cittadini hanno spiegato la loro posizione in merito all’incentivazione di un’economia circolare del rifiuto.

A Laura Rossi, Marco Rampon e Gianfranco Santacaterina, che avevano chiesto chiarimenti circa il teleriscaldamento e rassicurazioni suo progressivo spegnimento della linea due dell’inceneritore di Schio, i primi cittadini hanno dichiarato: “L’obiettivo condiviso è senz’altro lavorare per favorire un’economia circolare, attraverso azioni virtuose su più direzioni, in primis il recupero della materia. L’attività svolta da Ava AltoVicentino Ambiente, società a intero capitale pubblico di proprietà di 31 soci, riteniamo vada in questa direzione. Ava in questi anni sta gestendo in modo efficace il ciclo completo dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento, senza scaricare il peso di quest’ultimo processo su altri territori, limitando al massimo il conferimento in discarica, nel rispetto di parametri ambientali periodicamente verificati. Discarica zero, per l’Alto Vicentino, non è uno slogan ma una realtà di cui andare orgogliosi visto che il conferimento attuale si limita allo 0,01 percentuale del rifiuto prodotto. In questi anni la raccolta differenziata dei Comuni soci è migliorata fino ad arrivare al 70%, a fronte di quantità di rifiuto pro capite molto basse, inferiori alla media regionale e nazionale, con un costo per famiglia tra i più bassi in Italia. Ben il 68,98 % dei rifiuti raccolti viene avviato a recupero della materia. Il piano industriale di Ava del 2008, aggiornato nel 2010 e nel 2012, individuava tra le priorità: la riduzione dei rifiuti prodotti e il recupero di materia dagli stessi attraverso il raggiungimento di valori e qualità della raccolta differenziata, il miglioramento dell’efficienza dell’impianto in coerenza con i parametri europei, la realizzazione del TLR (Teleriscaldamento). Una linea a favore del polo ospedaliero e della zona industriale e una seconda linea da sviluppare verso il centro cittadino. Pertanto ribadiamo e confermiamo il valore della raccolta differenziata prioritario rispetto alla termovalorizzazione dei rifiuti non riciclabili, soprattutto in una prospettiva di comunicazione, di informazione e di educazione ambientale finalizzata ad una riduzione del rifiuto indifferenziato. Riguardo al TLR (teleriscaldamento) va precisato che non risultano perdite di gestione: a fronte di investimenti per il TLR di circa 4.600.000 euro si sono riscontrati ricavi dalla vendita dell’energia prodotta pari a 6.480.278 euro. La società ha inoltre realizzato risparmi per l’utilizzo dell’energia termica nelle proprie sedi per circa 100.000 euro. A partire dal 2019 si è registrato un rinnovato interesse per tale fonte energetica da parte di numerose aziende nella zona industriale. Pertanto la società ha approvato e ha in corso di esecuzione la relativa estensione del servizio. Sulla base dei contratti siglati sono infatti previste forniture di energia termica per circa 4000MWh annue a fronte di un investimento di circa 2.000.000 euro. Si sottolinea come non siano mai state presentate all’assemblea dei soci proposte o ipotesi di chiusura di una delle linee dell’impianto. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, qualità dell’aria e dei terreni, è bene ricordare come gli investimenti effettuati sull’impianto hanno garantito sempre dati confortanti. Si rimanda agli studi effettuati dal Politecnico di Milano negli ultimi vent’anni. Anche l’ultima analisi svolta nel corso degli anni 2018-19 conferma dei dati al di sotto dei limiti di legge, con un contributo trascurabile in quanto ad emissioni nel complesso dell’area dov’è collocato l’impianto. Ad analoghe conclusioni è pervenuto lo studio effettuato da Arpav nel 2017 e 2018 su incarico del Comune di Schio”.

A.B.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia