In tutto l’Alto Vicentino continua a non arrivare la pioggia, il livello smog è ai massimi livelli e l’allarme di bombe d’acqua nella vicina primavera e di siccità che decima le coltivazioni si fa sempre più concreto.
L’allarme è lanciato da Coldiretti Vicenza, per nulla felice delle temperature elevate che guidano verso la primavera e per la carenza di precipitazioni, diminuite addirittura del 90% rispetto allo scorso anno.
“Lo smog è fuori da ogni limite – hanno denunciato Martino Cerantola e Roberto Palù, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Vicenza – La carenza di piogge e le falde sotto il livello ottimale preoccupano, così come il pericolo di precipitazioni torrentizie in primavera-estate”.
L’anomalia climatica è percepibile anche dalle alte temperature, con le massime che nell’Alto Vicentino sono di almeno 1,5 gradi superiori alla media, mentre il differenziale sale addirittura a 2,7 gradi per quelle minime, in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno.
“Se nelle città la mancanza di pioggia ha causato l’innalzamento dei livelli di inquinamento, nelle campagne è la siccità a preoccupare, per la mancanza di acqua necessaria alle piante per la stagione irrigua – hanno spiegato il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – Una situazione aggravata dal fatto che nel territorio sono stati particolarmente secchi rispetto alla media anche il mese di dicembre con il 79% di precipitazioni in meno e quello di gennaio con un -57%, solo in parte mitigati dall’andamento dei giorni scorsi”.
La pioggia e le nevicate invernali sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante per la ripresa vegetativa primaverile. Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti conseguenze sull’agricoltura. “Si moltiplicano gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali. Una situazione che ci preoccupa – hanno sottolineato Cerantola e Palù – e di fronte alla quale Coldiretti non può che suggerire agli agricoltori di tutelare il proprio reddito con le assicurazioni ed i fondi di mutualità, strumenti pensati ad hoc per tutelare chi produce ed ogni giorno dell’anno è esposto al rischio di perdere raccolto e, nei casi più gravi persino le strutture operative”. Se di fronte ai cambiamenti climatici non si può intervenire è invece possibile adottare politiche a sostegno dei trasporti pubblici locali e scelte politiche che privilegino la creazione di nuovi spazi verdi. “La politica deve rimettere in discussione le scelte fallimentari fatte negli ultimi decenni in quanto non risolutive dei problemi riscontrati, ma nemmeno migliorative sul versante dei dati – hanno concluso Cerantola e Palù –Non è possibile che gli amministratori locali facciano la danza della pioggia per sperare che la concentrazione di polveri sottili diminuisca. Servono politiche educative, trasporti pubblici efficienti ed economici e, soprattutto, una politica edilizia non fondata sull’edificazione, ma sull’analisi dell’edificato esistente, per evitare di continuare a sottrarre verde pubblico e verde impiegabile per l’agricoltura a favore di nuove strutture immobiliari destinate a restare inutilizzate”.