Ormai non ci sono dubbi: ad Arsiero sorgerà una moschea. Ad essere precisi si dovrebbe forse chiamarla luogo di preghiera per islamici, ma nella coscienza comune a separarle è solo una linea sottile. Il primo atto verso il suo insediamento si è concluso stamattina quando è stato reso esecutivo lo sfratto ai due artigiani che stavano ancora lavorando all’interno del capannone di via Castrente (a fianco del supermercato A&O) acquistato all’asta dall’associazione mussulmana Issalam con sede ad Arsiero in via Scalini 13.

Due rappresentanti della comunità islamica di Arsiero accompagnati dal loro avvocato hanno invitato gli artigiani a lasciare lo stabile, e per evitare problemi di sicurezza pubblica sono stati chiamati in un secondo tempo anche i carabinieri ed il sindaco Tiziana Occhino, che sono riusciti a calmare gli animi e a convincere con le buone i due artigiani a lasciare il capannone ormai non più di loro proprietà.

L’acquisto del capannone da parte di Issalam risale ancora a febbraio dello scorso anno, quando, a causa di problematiche legate all’acquisizione, lo stabile è andato all’asta. La cifra sborsata dall’associazione per l’acquisto è stata di circa 123 mila euro, diventati poi 140 mila se aggiungiamo le spese totali finali. Troppo denaro per il portafoglio di Daniele Salin, uno dei due artigiani che avrebbe voluto acquistare lo stabile all’asta e che fino a stamattina ha continuato il suo lavoro nel capannone. Una spesa troppo onerosa, visto che in ogni caso il valore reale dello stabile si aggirava intorno ai 60/70 mila euro.

Tra gli abitanti di Arsiero è inutile dire che è iniziato a serpeggiare ormai da tempo un certo malumore, cavalcato anche dai militanti della Lega Nord del paese che si è già mobilitata per muovere l’opinione pubblica, ancora non del tutto informata del fatto che tra non molto, una volta avviato l’iter per rendere agibile lo stabile, sarà una realtà da accettare per tutti un consistente afflusso di islamici sul nuovo luogo di preghiera che sarà con tutta probabilità il punto d’incontro religioso per tutta la vallata.

‘Loro vogliono un posto dove ritrovarsi– ha commentato lo sfrattato Daniele Salin –  e lo vogliono ad Arsiero. C’era la possibilità di acquistare un altro stabile a Valpegara, ma questo acquisto secondo me è stato boicottato. Ho la brutta impressione che ci siano sotto altre complesse e spinose questioni di interessi di privati che vanno al di là della semplice volontà dell’associazione islamica’.

Molti stanno infine puntando il dito su come il sindaco di Arsiero Tiziana Occhino ha gestito l’intera questione. ‘Abbiamo avuto vari incontri con la Occhino – ha ammesso Salin – e in tutta onestà devo ammettere che ha cercato di mediare per trovare la soluzione migliore, ma questo non è bastato. Se aggiungiamo però che nell’ultimo consiglio comunale del 31 marzo le varianti approvate al piano regolatore hanno facilitato l’insediamento della comunità, non so cosa pensare.’

Marta Boriero

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