Suscita le ennesime polemiche l’ultima vicenda legale ad Arsiero che vede protagonisti ancora una volta la ‘moschea’ di via Castrente, l’amministrazione del sindaco Tiziana Occhino, chi ne difende la legittimità e chi la vede come la prima minacciosa e incombente moschea della Valdastico.

Il comune di Arsiero si è recentemente costituto in giudizio contro il nuovo ricorso presentato dalla famiglia Carotta, ex proprietaria del capannone dove adesso ha sede l’associazione islamica Issalam, contro un provvedimento tecnico comunale, l’ultimo episodio di una battaglia che dura da settembre 2014, quando gli islamici acquistarono il capannone ad un’asta fallimentare per 140 mila euro. Capannone che era proprietà della famiglia Carotta e che si trascinava dietro una serie di problemi legati alla promiscuità e alla carenza di spazio di manovra e di parcheggi.

Tra accese polemiche l’amministrazione aveva passato in consiglio comunale nel 2016 il passaggio di destinazione d’uso della zona del capannone da artigianale a direzionale. Un atto dovuto per adempiere alle nuove normative, aveva spiegato il sindaco, una chiara presa di posizione a favore della associazione islamica, per i detrattori. Poi la battaglia si era spostata decisamente sul piano privato, con tutta una serie di problematiche inerenti all’uso dei passaggi comuni tra la proprietà di Issalam e dei Carotta.

Dopo anni di polemiche Occhino non ci sta più a essere stigmatizzata come la ‘madrina’ degli islamici. ‘Non accetto più – ha detto il sindaco in tono accorato – di essere messa alla gogna con questa ennesima strumentalizzazione che è emersa dalla stampa, negli ultimi giorni. Se c’è stato un errore tecnico da parte degli uffici del comune – ha detto il primo cittadino – sarà il tribunale a deciderlo, e di questo il comune ne risponderà. L’associazione non ha mai creato problemi di sicurezza, i carabinieri passano ogni settimana a controllare che tutto sia regolare, e nessun cittadino è mai venuto da me a lamentarsi. E’ ora di finirla, una volta per tutte, io non sto con l’Islam’.

 

Marta Boriero

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