Cambiano i tempi e Breganze, il paese delle due “T”: quelle dei Torresani e del Torcolato, da un po’ di tempo a questa parte grazie ad un gruppo di cittadini capitanati da Giuseppe Testolin e Simone Battistello, è diventato il paese delle “T” di Tutela del Territorio. Che il Veneto sia una delle regioni d’Italia dove si è costruito in modo “selvaggio” e senza una seria programmazione, sembra che i Veneti cominciano a capirlo e purtroppo a loro spese (vedi ad esempio i recenti problemi del rischio alluvioni).

Pertanto inevitabile che anche alcune recenti vicende locali quali: la costruzione della superstrada Pedemontana Veneta, o il progetto della nuova casa di riposo dell’Istituto Brogliati sollecitassero a Breganze l’interrogativo sul quale sia l’uso più razionale di una risorsa limitata come il suolo. Per contro, alcune aree del paese, come il complesso della “vecchia” Laverda e l’area del ex Consorzio Agrario, pur trovandosi in aree strategiche sono in uno stato di abbandono e sembra che a breve non ne se ne intravveda un loro riutilizzo.
Forse, anche grazie a questi paradossi urbanistici sta sempre più prendendo piede una ritrovata sensibilità ambientale, che a Breganze trova motivazione anche nella bellezza del suo paesaggio, o nelle radici agricole mai dimenticate che il paese sente ancora di avere. Così un considerevole numero Breganzesi hanno strutturato il loro impegno civico creando un’associazione battezzata “Coordinamento per la tutela del territorio di Breganze”, che già nel nome ha i suoi scopi.  
Tra gli obiettivi anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, sugli aspetti ambientali delle vicende di paese (e non solo). Il gruppo è auto-finanziato, ed è aperto a tutti e si ripromette di organizzare incontri, riunioni, serate pubbliche. In questi giorni ha distribuito a tutte le famiglie di Breganze il loro nuovo  notiziario in cui sono trattati i temi ambientali più pressanti.
Simone Battistello vicepresidente del gruppo spiega meglio le ragioni del perché della nascita di questo gruppo a Breganze:

No TAV, No Dal Molin, No Golf, NO Pedemontana, No Valdastico Nord, non ci sono troppi No in giro? Che cosa proponete voi?

Per rispondere compiutamente bisognerebbe entrare nel merito di ognuno di questi No, alcuni non sono neppure collegati a logiche ambientali. L’elemento di riflessione generale è che quando i progetti e gli interventi edificatori non rispondono ad una reale esigenza del territorio ma ad interessi speculativi le Comunità lo iniziano a percepire e si mobilitano.

Un esempio ne è la Pedemontana, nata come superstrada, con il consenso di tutti e poi diventata una vera e propria autostrada, perché? A chi serve?

Le persone iniziano finalmente a considerare l’integrità dell’ambiente ed il paesaggio come elemento fondamentale per la propria qualità di vita.   
…è una risposta civica alla scarsa capacità politica di amministrare il territorio?
Se la intende come un attacco diretto alla attuale Amministrazione Comunale, la risposta è un deciso no. Anzi, nei confronti dell’Amministrazione ci proponiamo come interlocutori propositivi. Se si intende invece che la politica negli ultimi decenni ha avuto poca attenzione per il territorio, beh, mi pare che questo sia un dato di fatto.
Quante persone vi aderiscono?
Il Coordinamento nasce nel 2011 e si è costituito ufficialmente nel settembre scorso, attualmente contiamo 35 soci fondatori più cinque nuovi soci e una trentina di simpatizzanti.

Che cosa vi suggeriscono i vostri cittadini?

La risposta dei breganzesi è stata più positiva di quello che ci aspettavamo, ci incoraggiano ad andare avanti. Il caso “Pengo” del 2011 con più di 2000 firme raccolte è la dimostrazione concreta che una nuova e diffusa attenzione per l’ambiente sta prendendo piede.

Quali sono le attività  che avete svolto finora?

Abbiamo organizzato la raccolta firme di cui le dicevo sopra, una serata d’informazione sulla SPV, abbiamo avuto nella primavera scorsa un incontro con il Sindaco per manifestargli i nostri dubbi e le nostre valutazioni sul tema nuova IPAB, abbiamo pubblicato il notiziario (quasi 3000 copie) che è stato distribuito alle famiglie in questi giorni. Abbiamo preparato ad ottobre ed inviato un’osservazione con più di 100 firme ai Ministeri competenti in riferimento alla richiesta di V.I.A. per la SPV. Ci siamo naturalmente costituiti formalmente e stiamo per approvare lo Statuto associativo. Quasi bimestralmente ci riuniamo in assemblea.  

Quali sono quelle che farete?
Continueremo a monitorare gli sviluppi legati ai grandi insediamenti immobiliari e alle politiche di pianificazione urbanistica del territorio, attivandoci con azioni proporzionate a quella che riterremo essere la gravità della minaccia all’integrità del nostro territorio agricolo. Vogliamo lanciare una “campagna soci” per il 2013. Ci siamo riproposti di uscire con un nuovo notiziario nella prima metà dell’anno prossimo.

Mi può dire cosa significa per Lei l’ambiente?
Qui vorrei rispondere in maniera personale. L’ambiente è tutto quello che devo avere intorno per essere felice. Stare nella natura mi rende più felice che dentro ad un centro commerciale o in mezzo ad una zona industriale.

Però ci vogliono anche i centri commerciali e le zone industriali…
Certo! Ma quando sono funzionali e strumentali a fornire dei servizi o alla produzione. Vedere capannoni vuoti, aree industriali edificate e non utilizzate, complessi immobiliari da decenni nell’abbandono e nel degrado, il tutto perché risposta ad un unico interesse speculativo, questo non lo accetto e mi piange il cuore. Stiamo superando il punto di non ritorno, dopodiché il Veneto non sarà più quel territorio in cui ci piace vivere. L’unica possibilità si chiama sviluppo sostenibile.

Alberto Brazzale

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