Più di 200 persone hanno partecipato nel pomeriggio di ieri, a Breganze alla celebrazione eucaristica “Epifania della Terra”, organizzata dai comitati a difesa del territorio e presieduta da don Albino Bizzotto e don Antonio Santini di Beati i Costruttori di Pace. I partecipanti si sono radunati a partire dalle 14 nello spazio antistante la Laverda Agco.
Tanti attivisti, famiglie, e anche qualche amministratore locale fra i presenti (il vicesindaco di Sarcedo Maria Teresa Campese con la fascia del primo cittadino, l’assessore breganzese Ugo Barbieri e il vicesindaco Francesco Crivellaro, l’ex sindaco di Villaverla Egidio Bicego).
L’appuntamento, giunto alla terza edizione, è stato organizzato da CoVePA – coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa, dal Coordinamento Tutela Territorio Breganze e da L’ABC laboratorio civico.
Nell’omelia, don Bizzotto è partito da una riflessione sugli oppressi e sui poveri per ricordare che “la realtà oggi più oppressa e marginale è la terra. Si cerca di rendere sempre più veloce la vita, si continuano a progettare e a realizzare opere senza pensare che la terra non riesce più a sopportarne il peso. Ci stiamo avvicinando all’ora X, dalla quale non si potrà più tornare indietro rispetto allo sfruttamento dell’ambiente, che non consente alla natura il rispetto dei suoi tempi biologici, che non permette alla terra di rigenerarsi. E noi ci preoccupiamo ancora di mettere in salvo i soldi invece che il pianeta. Non è la terra che deve servire alla nostra vita, ma la nostra vita che deve essere al servizio della terra, perché senza di essa non ci saremmo neanche noi. Ciascuno di noi deve chiedersi: cosa sto facendo per salvaguardare l’ambiente? Siamo chiamati a una rivoluzione prima di tutto del pensiero. Sabato prossimo a Padova per questo terremo una conferenza stampa, per dire a tutti, a noi stessi, alle scuole, a chi amministra e governa, alla chiesa, di rovesciare il paradigma imperante, per fare della terra non un mezzo ma un fine. Diversamente l’umanità non ce la farà, non ce la farà nessuno di noi”.
Le parole più forti, don Bizzotto le ha riservate però alla Pedemontana Veneta: “Quale dramma è stato aperto in questa parte del Veneto! Sono sicuro che questa strada non la finiranno, perché essa è un’ingiuria”. Quanto al modello di sviluppo, don Bizzotto si è augurato che si realizzi “un modello di lavoro diffuso, non ad alto reddito, ma nel quale ci sia lavoro per tutti”.
Al termine hanno preso la parola i vari comitati presenti, mentre l’assessore di Breganze Ugo Barbieri, nel ringraziare gli organizzatori, ha ricordato le difficoltà nelle trattative per ottenere per Breganze le opere di mitigazione della Pademontana: “Si parte da posizioni molto distanti e quando l’altra parte abusa della sua forza, ogni richiesta di mitigazione appare onerosa, superflua o inutile. Ci sono persone che sanno vedere oltre la logica del profitto, che sanno guardare lontano, altre che non sono in grado di farlo e si fermano al profitto: noi vogliamo ascoltare chi sa indicare la strada, impegnandoci ad essere non spettatori ma testimoni attivi, per il bene del nostro territorio. Dobbiamo farlo noi, dobbiamo farlo adesso”.
M.G.B.
