RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Tutto ci saremmo aspettati a Schio, tranne che sentire Orsi che elogia la santa africana e le assegna la cittadinanza onoraria. Bakhita, santa nera d’africa, schiava e profuga, cosa direbbe al sindaco se fosse viva?

Sarebbe stata orgogliosa di un primo cittadino che non vuole aprire le porte della città a qualche decina di neri africani?

Che non vuole neanche coordinare e mettersi capofila come comune per l’accoglienza ordinata e motivata?

Cosa avrebbe detto Bakhita se lo avesse ascoltato quando, dietro le bandiere di Forza Nuova, davanti ad un presunto posto di accoglienza ha urlato’ a Schio no i profughi? Avrebbe voluto questa cittadinanza? E cosa gli avrebbe suggerito quando di corsa è partito alla volta di Vicenza, dal Prefetto, per negare l’accoglienza di 10 profughi a Schio?

Bakhita è messaggio di convivenza, di accoglienza, di pace e di solidarietà. Quella solidarietà che si fa in silenzio, come centinaia di cittadini scledensi che ancora oggi aiutano chi ha bisogno!

Signor Sindaco, vada ad inginocchiarsi davanti quel sarcofago che contiene le spoglie di Santa Giuseppina e riascolti le parole di Papa Giovanni Paolo secondo quando la fece santa nel 2000.

Umiltà, umiltà e apertura verso il mondo che soffre, che migra, che cerca rifugio.

E rifletta. Rifletta sul significato di Bakhita, la povera donna dell’Africa nera, del Sud Sudan, terra da dove partono milioni di persone, per cercare pace.

Apra la mente,con intelligenza al Vangelo che dice: avevo fame e mi avete sfamato, ero pellegrino e mi avete accolto.

Bakhita  sarebbe fiera, anche di lei!

Maria Grazia C., 53 anni, scledense

 

Abbiamo chiesto al sindaco Valter Orsi di rispondere ad una delle tante lettere arrivate su Santa Bakhita, ma non ha dato cenni, quindi siamo costretti a pubblicare la lettera della nostra lettrice senza la sua replica.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia