di Natalia Bandiera
E’ come se non aspettassero altro che lo spunto per vomitare la loro violenza sulla tastiera, che è il loro vestito virtuale, quello senza il quale si mimetizzano per le strade, al bar, al supermercato con la moglie o davanti alle scuole dove accompagnano i figli la mattina facendo i bravi genitori. Sono i leoni da tastiera, uomini ( a volte donne) senza la personalità che serve nella vita reale, dove sono frustrati da un’esistenza che probabilmente non li soddisfa e li schiaccia inducendoli a scatenarsi nel mondo virtuale del web. Quello dove è facile nascondersi e apparire quello che non si è veramente. Sono le immondizie del web, gente che se gli togli il pc ha una vita misera, povera e fatta di gesti vigliacchi, come ossequiare al bar il politico che da dietro la tastiera ti viene facile insultare. Vigliacchi, violenti e bulli che pare siano lì ad aspettare il link sotto gli occhi per dare sfogo alla loro anima malvagia e piena di livore verso il prossimo. Loro sono quelli che devono commentare per forza, come se digitare sulla tastiera avesse la stessa importanza del respiro che li tiene in vita. Come se non potessimo fare a meno del loro pensiero.
L’ultima occasione per mostrare la loro violenza e la loro perversione mentale l’hanno colta con la gaffe della consigliera dem Alessandra Moretti, che esasperata dagli insulti sessisti, ha deciso di denunciare chi l’ha appellata come una tr., come una poco di buono. Va bene, ha sbagliato a La 7 quando ha raccontato durante la trasmissione 8 e mezzo che Roma è invasa dai ratti ed un bambino morso dall’animale è persino morto. Ha sbagliato di grosso perchè ha diffuso una notizia falsa. Il bambino morto non esiste. Ha chiesto scusa in tutti i modi, ma niente da fare: si è messa in moto la solita macchina del fango e al via gli insulti sessisti che niente c’entrano con la dialettica politica, che dovrebbe fare ‘battagliare’ chi si contende un ruolo. Invece no, il mondo della rete proprioo non ce la fa a confrontarsi come si fa nel mondo reale. Insulti a go go, porcherie inaudite e branchi di bulli da tasiera che si fiondano sul profilo facebook di Alessandra Moretti per massacrarla.
Ci chiediamo perchè questo non sia accaduto in circostanze analoghe. Non mi venite a dire che è la prima volta che un consigliere regionale abbia commesso una gaffe. Potremmo scrivere libri sulle ‘papere’, sulle ‘bufale’ e sulle baggianate dei politici. Che questi siano di destra, che siano di sinistra, che siano consiglieri comunali, sindaci o premier. Ma se sei donna, non sei solo un amministratore ignorante, sei anche una poco di buono.
Come difendersi? Denunciando, sbattendo in prima pagina chi è autore di insulti che non hanno niente a che fare con la libertà di opinione, che ormai stanno condizionando chi vorrebbe utilizzare i social costruttivamente e che, data la presenza di bestie da tastiera, evita di scrivere qualsiasi cosa per evitare di finire nel tritacarne dei leoni del web. A questi ultimi, rinnoviamo l’invito: ‘Datevi una calmata e imparate a vivere la vita reale che non vi soddisfa migliorandola nelle azioni concrete quotidiane. Non sarà il vostro post violento da bulli a darvi la personalità e la dignità che vi manca sul lavoro, in famiglia e nella vita ordinaria. Non è insultando e sbraitando da dietro un monitor che dimostrate di essere forti. Tutt’altro. Date solo la conferma di essere dei vigliacchi. Se non sapete comportarvi sui social, andate via, non li utilizzate o almeno imparate a farlo con umiltà.
Solidarietà ad Alessandra Moretti.E non perchè mi piaccia come consigliere regionale, ma perchè è una donna che va difesa per fatti che farebbero del male a chiunque.