Tutti si lamentano di non avere il lavoro, ma nessuno è disposto a sacrificarsi per lavorare.

Sembra una banalità e invece è quello che Andrea Genovese sta verificando sulla sua pelle.

Dai primi di maggio ha aperto un ristorante a Zurigo, in Svizzera, dove vorrebbe assumere camerieri provenienti dall’Alto Vicentino, per dare al locale quel sapore italiano ‘nostrano’ che tanto piace agli stranieri. Fatica però a trovare persone disposte ad andare in Svizzera, proprio lui che a casa ha lasciato una bella moglie e tre figli per costruire un futuro più sicuro per la famiglia.

“Qualcuno dice che gli piacerebbe lavorare qui, ma non sa il tedesco – ha spiegato Genovese – Altri dicono che trasferirsi è impegnativo e non ne hanno il coraggio. Alcuni pensano si possa fare solo se si è single. Ma se l’ho fatto io, lo può fare chiunque”.

E pensare che in Svizzera si vive bene e il lavoro non manca.

“Offro vitto e alloggio e la paga è buona”, ha sottolineato l’imprenditore 33enne che Thiene, dove gestiva il ristorante ‘Il Teatro’, si è spostato nella terra di Heidi.

“Mi risulta che in Italia si fatichi a trovare lavoro – ha commentato – Invece qui, da questo punto di vista, è un piccolo paradiso. Ho
trovato lavoro il giorno dopo che ero arrivato e in un attimo ho aperto la mia attività. Il problema è che qui si trovano professionisti di alto livello o sbandati. Non esiste la disoccupazione, perché quando uno non ha lavoro, lo stato si attiva per trovarlo e concedono la disoccupazione solo se la persona dimostra di darsi davvero da fare per trovare occupazione. Non è come in Italia, che quando uno prende l’assegno mensile se ne va al mare senza dover rendere conto a nessuno”.

Zurigo è nella zona più cara della Svizzera, il lavoro garantisce un reddito alto e andare a cena Genovesea ristorante non è di certo un problema. “Qui il 75% delle persone mangiano fuori casa – ha spiegato Genovese – Vanno sempre di fretta, ma possono permettersi di spendere. I ristoranti italiani sono considerati di altissimo livello e si vive davvero bene”.

All’indomani dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, con le previsioni catastrofiche trasmesse dai media e che prevedono un Regno Unito in preda dei povertà e isolazionismo, ascoltare queste parole fa riflettere. Perché viene da chiedersi come sia possibileche nella verde Svizzera, un piccolo fazzoletto di terra, isolato dal resto del continente, si stia così bene.

“Si pensi che qui hanno votato ‘no’ al reddito di cittadinanza perché non esiste il concetto di pesare sullo stato – ha sottolineato Genovese – La gente lavora, si guadagna il pane e avanza soldi per godere la vita. In Italia avremmo detto sì al reddito di cittadinanza e in un battibaleno le casse dello stato sarebbero andate ko. Qui le tasse per gli imprenditori sono del 30% (contro il 63% italiano) e l’Iva è all’8%. Si scarica tutto, pertanto alla fine le tasse non arrivano al 20%. Si lavora al massimo 8 ore e mezza al giorno e i mezzi per spostarsi e tornare a casa sono molto efficienti. Le regole sono rigide, ma questo garantisce funzionalità in tutto. In molti pensano che se sei piccolo l’economia mondiale ti mangia in un boccone, ma credo che l’esempio della Svizzera renda evidente il fatto che non è così”.

Ma c’è di più in quel piccolo paese tutto formaggio saporito, vallate verdi e guglie ricoperte di neve.

PiattoIn Svizzera non esistono gli studi di settore, niente controlli di revisione a fine anno, energia e bollette costano molto meno che in Italia, l’autostrada è economica, le scuole sono organizzatissime con palestre per decine di sport diversi e l’insegnamento di tre lingue. Le ferrovie dello stato fanno pacchetti formato famiglia per garantire le vacanze a costo contenuto (e forse è per questo che gli svizzeri sono sempre in giro) e studenti e lavoratori hanno diritto a molte vacanze. In Svizzera, inoltre, c’è parità tra uomini e donne, che hanno lo stesso stipendio, le stesse mansioni, pari trattamento e agevolazioni per i bambini durante l’orario di lavoro dei genitori.

Un paradiso? Per tanti versi sì. “Devo ammettere che manca il calore dell’Italia – ha spiegato Genovese – Però sono talmente tanti i risvolti positivi, che quando tra qualche mese la mia famiglia mi raggiungerà, non mi mancherà più nemmeno quello”.

Anna Bianchini

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