A Pedemonte cresce l’attesa per la benedizione di Papa Francesco alla campana della parrocchia, la quinta, che avverrà in Vaticano durante l’udienza di mercoledì 23 maggio.

Una campana memore del sacrificio degli avi della comunità di Pedemonte, con le parole incise sul suo bronzo, rese eterne ad ogni tocco: “Il suono di questa campana sia voce squillante di fede e pace. Memoria perenne di comunità per il suo esilio lontano e migrante in terre straniere. Afflitto ricordo di giovani vite perdute nella Grande Guerra 1914-1918, ora al compimento del secolo”.

In sorta di depositaria dei periodi drammatici della storia di Pedemonte,  paese di frontiera a confine con il Regno d’Italia, che proprio nella Valdastico aveva una sua propaggine territoriale durante la Prima Grande Guerra, avviata all’indomani dell’eccidio di Sarajevo del 28 giugno 1914, la campana è espressione dei valori universali della fede e la pace.

Una storia da non dimenticare
Il drammatico esodo degli abitanti di Pedemonte e Casotto nei luoghi remoti dell’Impero, durante il periodo 1915-1918,perché appartenenti al Tirolo di lingua italiana dei quali,oltre cento, non ritorneranno più al loro Paese,tra cui decine di bambini periti in tenera età, per i luoghi insalubri di permanenza,denutrizione,freddo e mancanza di cure adeguate.
Gli oltre 60 Caduti,già nei primi mesi di guerra,sul fronte Orientale della Galizia,Bucovina e Ucraina a difesa dell’Impero Asburgico minacciato dalla Russia a difesa della Serbia.Pedemonte e Casotto,in rapporto alla loro popolazione subirono perdite di vite umane superiori a qualsiasi altro Comune coinvolto nel conflitto.
L’emigrazione di molte famiglie dai due Paesi verso altre nazioni europee,ad iniziare dal ritorno dal profugato nella nuova Patria Italiana. Le numerose vittime del lavoro che in Italia e all’Estero hanno funestato il destino di molte nostre Famiglie.

La campana con il suo compendio di memorie indelebili sarà per la comunità di Pedemonte un testimone di storia da affermare nella cultura quotidiana come richiamo alla coscienza individuale perché il cammino nella vita sia a difesa della pace ed esempio per le future generazioni. Una “Maria Dolens”minore figlia della omonima Grande Madre che ogni sera dal Colle di Mirabella a Rovereto espande la sua voce a ricordo del Caduti di tutte le guerre.

Per onorare in modo imperituro le rimembranze le nostro passato,anche a ricordo del primo secolo dalla conclusione della Prima Grande Guerra Mondiale, Pedemonte ha chiesto ora alla Provincia Autonoma di Trento il sostegno economico per realizzare a Brancafora un”LUOGO DELLA MEMORIA”come esposizione strutturale permanente in grado di restituire ogni possibile sembianza della Famiglia Tirolese Antica di Pedemonte e Casotto anche se ora separata da limiti di giurisdizione territoriale che comunque non impediscono di integrarsi in modelli di vita coesi e orientati ad obbiettivi di reciproca leale collaborazione.Per tale opera c’è consenso e promessa nelle quali confidiamo.

Bruno Scalzeri

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