Studentessa modello durante la settimana, fumetto vivente durate il week and. È la insolita storia di Valentina Zerbato di Piovene Rocchette, 19 anni appena compiuti, iscritta all’istituto Ipsia Garbin di Thiene. A guardarla sembra quasi di cadere prigionieri di una realtà virtuale parallela fatta di colori psichedelici ed enormi occhi scintillanti.

 

E’ il mondo nipponico del Cosplay, fenomeno di grande diffusione anche tra i giovani italiani, amanti dei manga e dei cartoni animati giapponesi che per puro divertimento vestono i panni del loro personaggio dei fumetti preferito. Ed il risultato è sorprendente, tanto sono credibili quelle bambole a grandezza naturale, che sembrano uscite da un videogioco. La febbre del travestimento ha generato una vera e propria community che ha il suo punto di incontro e confronto in numerosissime fiere, come il Riminicomix ed il Lucca Comics, con tanto di competizioni e photoset.

 

‘Tutto è iniziato quasi per caso – racconta Valentina – in un caldo e noioso pomeriggio di agosto di 5 anni fa, davanti alla tv’. La ragazza scopre il suo primo ‘Anime’, un film di animazione giapponese, ‘bellissimo, fantasy e colorato, pieno di animali fantastici dalle lunghe ali e ragazzi dai capelli azzurri come il mare, e ci ho letteralmente perso la testa’.

 

La 14 enne inizia il suo viaggio in un mondo sconosciuto e lontano, il Giappone. L’emozione di quel mondo così diverso la porta ad appassionarsi alla cultura orientale, studiandone usi, costumi, folklore e lingua. Vien da sé la scoperta dei manga, i fumetti giapponesi famosi in tutto il mondo, e dei Cosplay, in un ‘gioco di incastri e tasselli’.

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‘Ho deciso che volevo, che dovevo essere una di loro’, ammette la giovane. ‘Erano colorati, epici, sembravano divertirsi tantissimo, erano i miei eroi che dalle pagine dei fumetti si erano incarnati in semplici ragazzi esattamente uguali a me’. Valentina intraprende la ricerca del travestimento perfetto nelle fiere e nelle competizioni. Eccola dunque diventare la dolce Aika Rain, che in giapponese significa ‘canzone d’amore’, al quale accosta il malinconico termine inglese ‘pioggia’.

 

‘Il travestimento – spiega la ragazza – diviene una parte fondamentale della vita che permette di conoscere tantissime persone ogni giorno molto simili a me, ma anche di mettersi in gioco con le proprie paure ed i propri limiti, interpretando personaggi con il carattere spesso opposto al proprio. Insomma, il Cosplay è una grande lezione di vita, un hobby puro, pulito e spensierato, che mi  ha aiutato a superare molte paure quali l’imbarazzo e la timidezza – conferma la giovane – ma è anche utile perché ho imparato a cucire o a lavorare vari materiali essenziali per creare i costumi, a stare su un palco e ad esibirsi davanti a centinaia di persone’.

 

E vestita dai suoi personaggi preferiti, Inori Yuzuriha da Guilty Crown e Sinon da Sword Art Online,  Valentina ha ricevuto più di 20 riconoscimenti, e poi consensi dal pubblico, premi per la somiglianza, per il costume spettacolare e pubblicazioni delle sue foto in riviste estere. ’Soltanto per  trovare tutte le immagini necessarie – confida Valentina – per creare il costume di un personaggio, con zoom dei ricami e dettagli, ci possono volere dei mesi di lavoro e ricerca’. Tutto deve esser perfetto per il Cosplay: le stoffe, i colori perfettamente identici a quelli del personaggio, le scarpe, la parrucca. Per non parlare del trucco con il suo sfarzo, le ciglia finte, le lenti a contatto colorate, spesso anche col bodypainting ed il facepainting, i tatuaggi complicatissimi da disegnare sul corpo, le cicatrici, ed infine gli affascinanti, tipici occhioni enormi e super espressivi, la pelle perfetta ed i lineamenti minuti’.

 

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Ma anche questo mondo scintillante non è perfetto. ‘Anche qui esistono il bullismo e l’emarginazione – confessa Valentina – perché tra i Cosplayer ci sono persone che vogliono continuamente primeggiare sugli altri, persone che ti guardano dall’altro in basso, persone che ti odiano senza nemmeno conoscerti semplicemente perché all’interno di questo mondo ottieni dei riconoscimenti. La community è per me una grande famiglia, dove ho anche conosciuto il mio ragazzo, ma ci saranno sempre persone che daranno fastidio. Io ho imparato a fregarmene’.

 

Sogno nel cassetto? Quale può essere se non quello di visitare il Giappone? ‘Soprattutto Kyoto – confessa Valentina da dietro il trucco di Aika Rain – ma intanto dal prossimo anno parteciperò anche ad alcune fiere in Francia e in Inghilterra. E magari vincere il Lucca Comix facendo diventare il Cosplay una professione. Nell’immediato sto preparando il mio prossimo costume, che sarà Zero dal videogioco Drakengard3, con un vestito complicato, un braccio bionico e un drago come bestiola domestica’.

 

Al di là dello sfarzo e dei colori, dietro ad ogni Cosplayer c’è una storia, una vita. ‘Siamo tutti dei normalissimi ragazzi con la testa piena di problemi, ed anche se il Cosplay ci distrae e ci trasporta lontano come una dolce litania ipnotica, e ci fa dimenticare delle pene della vita quotidiana entrando in un mondo fiabesco. Ma alla fine tutti ci togliamo il costume e torniamo ad essere ‘semplicemente noi’, con i nostri problemi e le nostre vite intricate da adolescenti’.

 

Marta Boriero

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