L’Ospedale Alto Vicentino ha ospitato oggi la visita dei dirigenti di alcune istituzioni italiane che desiderano conoscere l’organizzazione e le attività del Servizio aziendale per la qualità, diretto da Licia Sartori. Si tratta di Claudio Maffei, direttore sanitario dell’ INRCA, Istituto Nazionale di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, con cinque sedi in Italia, accompagnato da Paolo Marinelli, direttore del Dipartimento delle Professioni sanitarie e da Ottavio Nicastro della Direzione generale Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna – Servizio Presidi ospedalieri. Dopo l’introduzione del Direttore dell’Ospedale Edoardo Vanzetto, la delegazione, della quale faceva parte anche la consulente Piera Poletti del CEREF di Padova è stata accolta dal Direttore Generale Daniela Carraro e dal Direttore Sanitario Roberto Toffanin. Gli ospiti hanno visitato la DID, reparto gestito solo da infermieri, la Geriatria e la struttura di Accettazione e Pianificazione.

 

 

Il Servizio Qualità è la struttura, approvata con l’atto aziendale alla fine del 2013, che, sulla base delle indicazioni della Direzione strategica e in collaborazione con i Direttori e i coordinatori di tutte le strutture della ULSS 4, garantisce l’impegno costante di tutti per assicurare qualità e sicurezza delle prestazioni fornite ai cittadini. Con il Servizio aziendale per la qualità collaborano in ogni unità operativa Referenti impegnati ad assicurare il costante miglioramento dei servizi. La Direzione generale ha approvato il Piano per la qualità 2014, i cui principali filoni, oltre al costante miglioramento dei percorsi assistenziali già in essere, sono:

– il monitoraggio costante dei livelli di qualità attraverso appositi indicatori;

– i progetti di miglioramento nei dipartimenti e nelle unità operative su soluzioni innovative per i problemi percepiti come prioritari;

– la riduzione degli sprechi. Operatori, dirigenti, volontari, cittadini, sono impegnati per ridurre gli sprechi: dalle cose semplici, come non lasciare i rubinetti dell’acqua aperti, né le luci accese quando non necessario, alla eliminazione di prestazioni, visite ed esami non necessari, che sovraccaricano i servizi sanitari senza garantire un effettivo beneficio ai pazienti.

– l’empowerment del paziente, ossia il suo coinvolgimento in ogni momento della cura.

 

“La collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza dei pazienti e le associazioni di volontariato è fondamentale in questa prospettiva e perciò è avviato un programma specifico – nota Carraro – . La Carta dei servizi sanitari è già presente in molti servizi e le Guide ministeriali “Uniti per la sicurezza”, che riportano consigli per i cittadini, le famiglie, i volontari, gli operatori vengono proposte costantemente su tutti gli schermi presenti nelle sale di attesa dell’ospedale”.

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