Uno o al massimo due profughi ogni mille abitanti, con le Parrocchie che collaborano e famiglie volontarie che si mettono a disposizione per ospitare i profughi.

I Sindaci dell’Alto Vicentino non abbassano la guardia e sono sempre più decisi a trovare con il Prefetto di Vicenza un accordo, sul quale apporre le firme, per controllare l’emergenza profughi ponendo dei limiti numerici e gestendone l’organizzazione.

Ieri un altro incontro a Santorso, Comune capofila e promotore della ‘versione Alto Vicentino’ del progetto Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

28 le amministrazioni comunali presenti che si sono riunite ‘a casa’ di Franco Balzi con il Vice Prefetto Vicario Massimo Marchesiello per portare avanti un discorso iniziato nei mesi scorsi e destinato a trovare soluzione probabilmente già entro la settimana.

Il ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e rifugiati nella Provincia di Vicenza’ così com’era stato previsto all’inizio, con un profugo assegnato a ogni Comune firmatario ogni sue mille abitanti, sarà leggermente modificato.

La base rimane, ma i migranti potrebbero essere due (al massimo) ogni mille cittadini, perché le previsioni degli sbarchi lasciano intuire numeri importanti anche nei prossimi mesi e come aveva annunciato il Prefetto Eugenio Soldà una paio di settimane fa “Sarà un autunno caldo”.

Ed è proprio per questo che i Sindaci dell’Ulss 4 vogliono avere certezze, per organizzare un’accoglienza condivisa  e non trovarsi a dover agire in una situazione di emergenza che non porterebbe niente di buono per i Comuni, i loro abitanti, e gli stranieri stessi.

Nel documento sarà scritto a chiare lettere che i Comuni che aderiranno (al momento dei 32 dell’Alto Vicentino, una ampia maggioranza ha preannunciato l’adesione) saranno al centro del potere decisionale e già questa è una novità.

Saranno proprio gli amministratori locali a sedersi a tavola con il Prefetto per decidere i termini dello smistamento, destinare le strutture di accoglienza diffusa (piccole e sparse nel territorio, per 3 o 4 migranti per zona, al fine di evitare l’effetto ghetto) e stabilire come impiegare le persone destinate a rimanere per qualche tempo nel territorio.

“Abbiamo chiesto anche l’intervento delle Parrocchie – ha spiegato Franco Balzi – Inoltre, le cooperative che si occupano dei profughi potranno collaborare con famiglie che si offrono volontariamente per ospitare dei migranti. Visto che opporsi all’accoglienza è inutile perché viene imposta dall’alto, la base del nostro accordo è arginare l’impatto e rendere l’emergenza meno drammatica. Chiediamo alla Prefettura di collaborare con un numero sostenibile di profughi per ogni Comune – ha continuato – di mettere i Sindaci ‘a capo’ della gestione dell’accoglienza nei loro Comuni, di elaborare strategie condivise e fare fronte comune al problema. Dovremmo riuscire a firmare in settimana. Vogliamo che gli stranieri vengano accolti in modo ‘diffuso’, cioè in piccole strutture che ne permettano l’individuazione e l’integrazione e che evitino l’effetto ghetto. La sicurezza deve rimanere una garanzia – ha concluso – e per ottenere tutto questo, la collaborazione del territorio è fondamentale”.

Anna Bianchini

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