Si sono piazzati davanti al Municipio di Santorso i rifugiati libici ed i rappresentanti di alcune associazioni che sono scese in campo in loro aiuto. Arcadia di Schio, con il supporto di Adl Cobas e Rete Welcome hanno organizzato un’iniziativa di sensibilizzazione perchè dal 31 dicembre rischiano di essere senza permesso di soggiorno e quindi soggetti ad espulsione come prevede la legge. ‘Lo Stato porrà termine al piano di accoglienza e i libici saranno costretti ad andarsene dalle strutture di Schio e Santorso dove fino a oggi erano alloggiati – ha spiegato il sindaco Piero Menegozzo, che specifica che l’argomento che sta a cuore a lui per primo è di competenza del Ministero dell’Interno’.

‘A causa di una guerra di cui anche il governo italiano è complice – hanno spiegato attraverso una lettera-comunicato – siamo dovuti fuggire dalla Libia dove avevamo un lavoro, una casa e una vita. Siamo venuti in Italia in cerca di un futuro migliore e di una protezione, visto che fuggivamo dai bombardamenti. Ma nonostante sia passato un anno e mezzo non abbiamo ancora un permesso di soggiorno umanitario perchè, con la scusa che molti di noi sono nati in stati  “democratici” (Burkina Faso, Ghana, Nigeria ecc.), non sussistevano i requisiti per ottenerlo’.

Nella settimana della ‘Giornata Internazionale dei Migranti’ i manifestanti hanno manifestato simbolicamente davanti al municipio  di Santorso, capofila vicentino del progetto di accoglienza per i rifugiati. Chiedono di farsi carico di persone che hanno già sopportato esperienze traumatiche, affinchè possano avere la possibilità di ricominciare una vita dignitosa. Se così non fosse, dal primo gennaio si troveranno
a non avere una casa, né cibo o soldi con cui vivere e saranno abbandonati a loro stessi.
‘Li ho trovati davanti al Comune – ha continuato Menegozzo – comprendo perfettamente la loro ansia, ma la questione deve essere risolta nelle sedi di competenza. Si tratta di persone che stiamo ospitando in un albergo e che sono fuggite via in seguito alla guerra’.
‘Molti di noi hanno già svolto svariate attività lavorative – spiegano i membri di ‘Emergenza Nord Africa’ di Santorso e Schio – tra cui il piastrellista, il cuoco, l’autista, l’idraulico, il muratore, il meccanico, il saldatore, l’elettricista, l’imbianchino, l’agricoltore, il magazziniere e il
tecnico antennista. Siamo disposti ad offrire un nostro contributo alla comunità locale in modo da poterci così integrare e poter di conseguenza riprenderci il nostro futuro. Non chiediamo dell’assistenzialismo – hanno concluso – chiediamo una soluzione alla nostra situazione che faccia in modo che nessuno di noi, nell’immediato, debba ritrovarsi in mezzo ad una strada e senza i mezzi con cui poter vivere’.

A.B.

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