Contro l’allarme ambientale a Sarcedo che potrebbe essere causato dalla famigerata discarica Corsea, il sindaco Luca Cortese ha intenzione di lanciare un appello particolare al presidente della Regione Luca Zaia: utilizzare il materiale di risulta derivante dai cantieri della Pedemontana per allontanare il pericolo di cedimenti del terreno.

 

La discarica Corsea, dismessa ormai da 15 anni, è stata infatti colpita alcuni anni fa dal cedimento, che fa temere una fuoriuscita del percolato, cioè l’acqua piovana contaminata dai rifiuti sottostanti. Il percolato potrebbe aumentare pericolosamente a causa delle piogge autunnali e con esso la temuta possibilità di sversamento.

 

E non si tratta di noccioline, ma di ben 800 mila metri cubi di rifiuti speciali accumulati dagli anni ’80 ad oggi, che giacciono in un sito sotto il quale passa una delle più grandi falde d’Europa che dà da bere alle città di Vicenza e Padova.

 

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‘Da settimane il percolato non viene prelevato – ha commentato il sindaco Luca Cortese – e la situazione è molto preoccupante. Non possiamo starcene con le mani in mano, il rischio ambientale e per la salute è troppo grande’.

 

Cortese ha infatti emesso una settimana fa anche una ordinanza sindacale di diffida contro Nereo De Bortoli, il curatore fallimentare del consorzio Corsea, fallito lo scorso anno, del presidente Franco Vicentini e della ditta proprietaria di una parte dei terreni, la Sig srl, perché riprendano la corretta gestione della discarica in questa sua fase di dismissione, rimuovendo il percolato e mettendo in sicurezza il sito, come tra l’altro imposto dalla giunta regionale nel 2010.

 

Il timore sempre vivo è che la situazione sia una di quelle che ti scrolli di dosso solo con un disastro ambientale, visto che proprio in questi ultimi anni le vicende del fallimento del consorzio Corsea, la cui gestione parte ormai 30 anni fa, hanno complicato l’intera gestione. Un progetto di messa in sicurezza del 2013 da 1 milione e mezzo di euro non è mai stato realizzato e, nonostante la causa persa col comune di Sarcedo, la magistratura ha autorizzato il curatore ad abbandonare il sito ad agosto del 2016, data dalla quale il percolato non è più stato prelevato.

 

Cortese

Nel tentativo di smuovere più acque possibili Cortese ha voluto anche incontrare il presidente della Provincia Achille Variati, che ha competenza in materia, e che solo un mese fa, dopo un controllo fatto con l’Arpav, aveva constatato la criticità della situazione. ‘Gli ho ribadito il pericolo ambientale che incombe sulle nostre teste – ha raccontato Cortese – e mi ha dato il massimo sostegno. Stiamo aspettando le reazioni a seguito della diffida, e poi agiremo di conseguenza. La soluzione definitiva è la bonifica, ma il costo sarebbe esorbitante. Al momento sto tentando di non far scendere la soglia di allarme e una idea ce l’avrei, e la proporrò a Zaia. Quella di poter utilizzare il materiale di risulta della Pedemontana per arginare il pericolo di fuoriuscita del materiale tossico. Non ho intenzione di far cadere la questione’.

 

Marta Boriero

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