Per pagare meno Imu è possibile convertire le proprie aree edificabili in aree non più edificabili.

C’è tempo fino al 21 marzo per presentare la richiesta al comune di Schio, che ha messo in pubblicazione il secondo avviso di quella che ha chiamato la ‘Variante verde’.

L’opportunità, che potrebbe far gola a chi paga troppo di Imu per un terreno che probabilmente non edificherà mai, discende da una legge regionale approvata con l’intento di promuovere una riduzione di consumo del suolo edificato, ovvero di impedire nuove edificazioni, attraverso una riconversione di aree attualmente edificabili che vengono così private della loro potenzialità.

Come per il primo avviso, per il quale sono pervenute una ventina di domande, i proprietari di aree edificabili potranno presentare la richiesta in comune, anche via pec, identificando i terreni interessati con i relativi dati catastali. Se la richiesta verrà accolta, l’area diventerà non edificabile e il proprietario potrà beneficiare di un forte sconto all’atto del pagamento dell’Imu.

Entro sessanta giorni, il comune valuterà tutte le domande e, qualora le ritenga coerenti con le finalità di limitare il consumo del suolo e con il modello di sviluppo urbano di Schio, le accoglierà con un’unica variante allo Strumento Urbanistico Comunale.

“Il tessuto urbano consolidato scledense si è sviluppato con un accentramento edilizio verso il centro città – ha spiegato Sergio Rossi, assessore all’Urbanistica – Nello stesso tempo ha preservato al suo interno spazi verdi privati che, pur essendo classificati come edificabili, garantiscono un indiscusso elemento di qualità urbana. Partendo da questo presupposto, le richieste che riguardano la riclassificazione di singoli lotti ancora verdi all’interno del tessuto consolidato sono sicuramente coerenti sia con le finalità delle legge che con quelle di questa amministrazione e quindi, saranno viste con favore, salvo le necessarie ed approfondite verifiche da effettuare caso per caso. Per quanto riguarda la periferia – ha proseguito l’assessore – l’edificazione è consentita a patto che i proprietari delle aree si mettano insieme assoggettandosi ad un piano urbanistico attuativo, in cui parte dell’area sia destinata agli edifici e parte a strade, verde e parcheggi. In questi casi la possibilità di riclassificazione non sarà automatica, perché mancando una parte rischierebbe di essere pregiudicato l’intero comparto. Le domande potranno essere accolte solo se riferite a parti marginali dell’ambito urbanistico – ha concluso Rossi – oppure se estese all’intero ambito, sempreché l’Amministrazione comunale giudichi il comparto non essenziale per lo sviluppo del Comune”.

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