Non c’è niente di più bello e di più gratificante che riuscire a far sposare passione e lavoro. Lo sa bene Pierluigi Panozzo, proprietario dello storico locale ‘La Tana del Luppolo’ sulla strada Maranese in comune di Schio, che da 27 anni ha fatto della birra belga il punto caratteristico della sua attività.

E ora, a riconoscergli l’instancabile impegno nel promuovere uno dei prodotti più pregiati e amati, un ambito riconoscimento all’interno di uno dei più prestigiosi eventi dedicati alla bionda bevanda alcolica: il ‘Belgian Beer Weekend’ che lo scorso fine settimana ha letteralmente inondato di sapori le centralissime piazze di Bruxelles ad accogliere non solo i birrifici del Paese, ma anche i più stimati ‘divulgatori’ della birra belga nel mondo, dal 2017 patrimonio dell’Unesco.

Un’occasione unica per degustare birre note e meno note: un’autentica vetrina delle birre della Vallonia e delle Fiandre dove Panozzo – ‘Gigi’ per gli amici – ha ricevuto dalle mani dei membri d’onore della storica confraternita dei mastri birrai della Chevalerie du Fourquet des Brasseurs un ‘diploma’ di assoluta eccellenza. Una nomina a cavaliere celebrata con tutta la solennità del caso nelle sale del Municipio quattrocentesco affacciato sulla Grand Place: prima dell’investitura, riservata solo a pochi e possibile grazie alla segnalazione di alcuni membri dell’Ordine stesso, la lettura di qualche cenno sulla vita del neo eletto.

Difficile per la moglie Piera e per i parenti presenti assieme ad alcuni vecchi amici, trattenere qualche lacrima quando l’oratore ha ricordato i genitori di Gigi, emigrati italiani che dall’Altopiano dei Sette Comuni arrivarono in Belgio in cerca di miglior fortuna. Come per tanti connazionali dell’epoca, il lavoro arrivò nelle miniere di carbone, con la schiena ricurva in ambienti tutt’altro che salubri pur di mettere un tozzo di pane sul tavolo con la dignità e lo spirito di sacrificio tipico dei veneti: Gigi nacque e rimase lì fino a 27 anni prima di far ritorno in terra vicentina e abbracciare la professione di barista.

“La birra, quella belga in particolare, rappresenta un po’ la mia vita” – racconta emozionato Gigi, mentre la moglie lo guarda orgogliosa – “e questo riconoscimento nel paese che mi ha dato i natali, corona un po’ un sogno: un sogno naturalmente costruito grazie al supporto di mia moglie e dei collaboratori che in quasi trent’anni di attività ci hanno resi quello che siamo: senza dimenticare ovviamente nostra figlia Francesca”.

E mentre in tanti si congratulano con il ‘Cavaliere’ della birra – tra i primi l’amministrazione comunale di Schio – una domanda aleggia quasi inevitabile: ma quale sarà la birra migliore da consigliare ai propri clienti? Neanche il tempo di porre il quesito che gli occhi di Gigi si illuminano: “Ogni birra ha la sua storia e il suo perchè: da quelle al sapore di lampone o ciliegia alle birre bianche, dalle fiamminghe oud rosse e scure alle birre trappiste fino a quelle più famose, la Lambic e la Geuze”.

Non, non è solo un lavoro: questa è arte.

Marco Zorzi

 

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