Si è svolta questa mattina a Schio la cerimonia per ricordare il 70° anniversario dell’8 settembre 1943. A ospitarla è stato il cortile della Caserma Cella, di cui si è ricordata la drammatica presa da parte dei tedeschi della Wehrmacht nei giorni successivi all’armistizio, nonostante un duro tentativo di resistenza armata dei militari italiani.

Durante la cerimonia sono stati infatti ricordati i 4 caduti (due avieri, un alpino e un fante), i 7 feriti e tutti i soldati italiani delle varie armi che furono presenti nella notte tra il 9 e il 10 settembre del ’43, e che difesero il presidio combattendo; come anche il migliaio di militari superstiti (soprattutto giovanissime reclute di fanteria), poi internati in Germania dalle SS, nonostante le proteste e l’opposizione attiva degli scledensi.

 

 Alla presenza di tanti rappresentanti delle autorità cittadine e delle associazioni combattentistiche e d’arma, la cerimonia si è aperta con l’alzabandiera e l’inno di Mameli, intonato da tutti, a viva voce, assieme al Coro Ges. Ha preso quindi la parola il sindaco Luigi Dalla Via che ha ringraziato l’Associazione Arma Aeronautica di Schio che aveva proposto una manifestazione a ricordo dei suoi due caduti: “Un momento per ricordare un evento glorioso e tragico, che appartiene alla storia della nostra città e del nostro Paese – ha detto Dalla Via – Con gratitudine ricordiamo quanti con il loro sacrificio ci hanno portato nell’Italia libera e democratica in cui oggi viviamo”.

 “Soprattutto in un periodo di difficoltà come quello che sta vivendo il nostro Paese dobbiamo ritrovare i valori – ha spiegato poi nel suo intervento il generale Enrico Pino, comandante militare dell’Esercito del Veneto – L’8 settembre è stata la fine di un patto distruttivo con i tedeschi. Ricordare ciò che è stato e onorare gli eroi di allora – chi non tradì la Patria e combatté contro gli invasori germanici – deve essere una lezione per ciascuno di noi, e per le istituzioni, per fare scelte che siano sempre indirizzate verso il bene ultimo della nostra Italia”. “Abbiamo ricordi tremendi di quei giorni che provocarono tanto dolore – ha infine dichiarato il generale dell’Associazione Arma Aeronautica, Luciano Bocus – Dobbiamo rendere onore a quegli uomini: dobbiamo imparare, capire e raccontare la verità di ciò che è successo. Perché qui, come in molte altre caserme d’Italia, è stata fatta la prima Resistenza”.

 

La cerimonia si è chiusa con la deposizione solenne, all’ingresso di in via Rovereto, di una corona d’alloro offerta dall’Amministrazione Comunale. L’omaggio simbolico è stato posto sotto la lapide all’esterno della caserma che è dedicata ai 4 caduti (l’aviere goriziano Giuseppe Moretto, in servizio di sentinella, subito freddato dai tedeschi, e il fante diciannovenne Masiero Marchi della provincia di Pesaro; l’aviere napoletano Vincenzo Bernardi di 27 anni e l’alpino diciannovenne Bruno Zavarise, di Cornuda, deceduti poi in ospedale).

di Redazione Thiene On Line 

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