A conclusione del primo ciclo biennale di promozione nel mondo scolastico della conoscenza e della memoria della “Dichiarazione sui valori della Concordia civica” e dell’Eccidio del 6/7 luglio 1945, si è tenuto in biblioteca civica un breve momento cerimoniale. Esso ha coinvolto gli operatori educativi degli istituti superiori cittadini, i consiglieri comunali ed altre autorità e componenti qualificate della città. E’ stato ricordato, nel cortile interno dell’ala ex-carceri, il percorso di elaborazione critica di quella tragedia post-bellica che ha segnato così profondamente la memoria collettiva scledense: un luminoso cammino che è stato compiuto nell’ultimo decennio dai rappresentanti dei famigliari delle vittime con i rappresentanti delle associazioni partigiane.
La Dichiarazione sulla Concordia civica, già portata alla conoscenza degli operatori scolastici lo scorso anno, e di recente ripresa in un secondo incontro formativo che si è giovato anche di documenti audivisuali, è, come è noto, un documento di grande portata etica e storica della e per la città.
Questo storico atto di pacificazione in memoria delle persone decedute nella notte del tragico Eccidio del 6/7 luglio 1945 è stato promosso dall’Amministrazione comunale e adottato il 17 maggio 2005, dopo un lungo processo di riavvicinamento reciproco, con l’unanime consenso delle parti in causa (i familiari delle vittime e le associazioni partigiane): un atto consacrato poi, nel corrispondente giorno del 2009, con la posa solenne di una seconda lapide, con i nomi di coloro che perirono nel massacro. Tutte queste tappe importanti di una crescita culturale collettiva sono stati ricordati dal sindaco Luigi Dalla Via nel suo intervento iniziale, seguito da un messaggio di pace dello scomparso Lelio Cortiana (uno dei firmatari della Dichiarazione a nome dei parenti) che è stato letto da Matilde Sella. Sono stati letti anche i nomi degli scomparsi, ed il rappresentante dell’ANPI Mario Faggion ha ribadito la strada che – coraggiosamente – le organizzazioni partigiane hanno saputo imboccare, con umanità ed umiltà, chiedendo ed ottenendo il perdono dei parenti delle vittime: dei nobili gesti reciproci che hanno rafforzato ancor più i valori essenziali che stanno a fondamento della democrazia.
di Redazione Thiene on line
