Sull’affaire Lanerossi e la grande area commerciale bloccata dalla giunta di Valter Orsi, ora a prendere la parola è il Pd scledense, che ci va giù pesante.

“Prepariamoci a pagare se si perdesse il probabile ricorso – spiegano gli esponenti del Partito Democratico locale – perché non è vero che la giunta pagherebbe di tasca propria. Le spese ricadrebbero sull’intera comunità”.

Nessun atto eroico, ma solo incoscienza da parte del sindaco e dei suoi assessori, secondo il Pd, che non ha condiviso la decisione dell’amministrazione comunale di annullare la delibera di adozione del Piano Urbanistico Area Lanerossi, dove era in programma una zona commerciale di oltre 100mila metri quadri. Grande, troppo grande secondo la giunta di Orsi, che pur avendola adottata qualche tempo fa, con un colpo di coda ha deciso di stoppare quella che avrebbe potuto essere l’area commerciale più grande del Veneto. Tutti d’accordo in giunta, tranne il vicesindaco.

“Il sindaco Orsi e i suoi hanno comunicato di aver approvato in modo ‘eroico’ l’annullamento della delibera – spiegano dal Pd di Schio – Ma è questa veramente una forma di eroismo amministrativo o è forse un’azione di incoscienza? Visto che il primo cittadino ha deciso di annullare un provvedimento che lui stesso aveva adottato e promosso solo pochi mesi prima, ci chiediamo se ‘ci è o ci fa’ e soprattutto se non si potesse scegliere sin dal principio tra una adozione lineare e senza intoppi o un respingimento totale del piano senza passare per queste ‘toppe’ amministrative”.

Secondo Giovanni Battistella, capogruppo del Pd in consiglio comunale “Con la scelta fatta dal sindaco Orsi c’è il grande rischio che si orsi-exincorra in un ricorso amministrativo, con la possibilità che alla fine l’intera città si trovi colpevole e quindi costretta a pagare per gli errori di questa giunta. Contrariamente a quanto dichiarato dal sindaco, se si perdesse il probabile ricorso a pagare non sarebbero solo lui e la giunta, ma la città intera. La posta in gioco è altissima e ci chiediamo quindi se il sindaco abbia valutato correttamente tutte le variabili in gioco prima di intraprendere questa strada o se al contrario abbia deciso di rischiare sulla pelle di tutti”.

Secondo Battistella e il Pd scledense “subito dopo la delibera di adozione del piano, votata all’unanimità dalla giusta Orsi, si è proceduto con l’affidamento di un incarico di consulenza ad un legale per valutare la possibilità di annullare il provvedimento appena approvato. 8mila euro il costo della consulenza. È questa una assunzione di responsabilità o è forse una mancanza di capacità amministrativa nell’affrontare temi di grande portata per la città? Con questa scelta si è privilegiato veramente il bene della città di Schio oppure si è strizzato l’occhiolino ai commercianti che si erano da subito schierati in modo contrario alla delibera di adozione”.

Un atteggiamento definito “schizofrenico” da chi non ha apprezzato l’atteggiamento di Valter Orsi e dei suoi assessori, accusati di aver gettato il sasso con l’adozione del piano e poi di aver nascosto la mano con l’annullamento in autotutela.

“L’urbanistica è un ambito delicato nel quale non sono consentiti sconti per chi sbaglia – ha sottolineato Barttistella – Approvare una delibera di annullamento di un proprio provvedimento con l’aggravante di un  parere contrario da parte del dirigente responsabile, è un atto di incoscienza che potrà portare ad un consenso immediato tra i cittadini, ma che espone l’ente pubblico ad un grave rischio nei confronti della controparte (Marzotto). Quando si stata aperta la fase delle osservazioni – ha continuato – il gruppo consiliare del Partito Democratico aveva presentato ben 3 delle 16 osservazioni pervenute, osservazioni che tentavano di risolvere alcuni dei temi cruciali per l’area come la viabilità, il risparmio energetico e quindi la qualità degli edifici ed infine se era posto il tema di come ristabilire il ruolo primario dell’amministrazione scledense nella partita da giocare con la proprietà ovvero si chiedeva un maggior contributo economico, sotto forma di opere pubbliche, ai privati (Marzotto) per poter portare a compimento il Piano Urbanistico. Con l’annullamento della delibera si va a chiudere anche tutto l’iter di risposta alle osservazioni pervenute che rimarranno quindi solo agli atti dell’amministrazione. Molti sono i quesiti aperti e molte sono le questioni in ballo legate al recupero della Lanerossi in zona industriale, questioni che per ora sono rimandate perché si è scelto che quell’area dovrà rimanere un cimitero industriale non fruibile dai cittadini”.

Anna Bianchini

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