L’Audi nera protagonista della fuga da film dopo il tentato furto in una casa del centro di Schio, potrebbe avere i minuti contati. Lo conferma il sindaco Valter Orsi, che spiega come l’analisi delle registrazioni di varchi elettronici posti nelle entrate della città, sarà in grado di far risalire le forze dell’ordine al proprietario della vettura.

“Poi si dovrà capire se è stata rubata o se ha una targa falsa. Di sicuro – ha spiegato Orsi – se il suo proprietario andrà a processo, sarò presente in tribunale per vedere con i miei occhi che percorso prende la giustizia”.

Ed è proprio sul percorso della giustizia, che spesso impone il rilascio dei malviventi, al centro delle critiche del sindaco di Schio.

“A livello numerico i reati in città sono più o meno al livello dell’anno scorso – ha spiegato – Ed è molto positivo il fatto che i cittadini abbiano cominciato a prendere coscienza dell’importanza del loro intervento nel denunciare  e chiamare in soccorso le forze dell’ordine”.

Nel caso dell’Audi nera infatti, sono stati proprio i padroni di casa, dopo essersi trovati i ladri in giardino, a chiamare i Carabinieri, che dopo essersi precipitati sul posto hanno tentato di prendere i malviventi.

“Ci facciamo in quattro per arginare i fenomeni di delinquenza – ha commentato Orsi – I cittadini collaborano con le forze dell’ordine, ci sono ausiliari volontari, Polizia e Carabinieri sorvegliano la città studiando bene i posti per non accavallarsi. Il problema è che i criminali si sentono sempre più sicuri di fronte ad una giustizia che sembra tutelarli. Il sistema giuridico è inefficiente. Ladri e malviventi sanno che non rischiano nulla. Le forze dell’ordine li trovano li arrestano e poi vengono rilasciati. Non ci sono deterrenti che demotivano i criminali – ha continuato – che, tra l’altro, sono sempre o quasi gli stessi. Lo stato non mette in campo nulla per tutelare la tranquillità dei cittadini. Il sistema sta portando ad un allontanamento dal principio costituzionale che prevede che una persona debba sentirsi tranquilla in casa sua. Non c’è rispetto delle istituzioni e non ci sono pene certe, ci sono fasce grigie di salvaguardia verso chi commette reati, che sembrano quasi non essere nemmeno considerati reati. Per questo comprendo quelle persone che, provate da furti, violenza e paura, istintivamente si fanno giustizia da soli. Non dico che si deve fare così, ma comprendo che possa essere una reazione naturale”.

Anna Bianchini

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