E’ bufera nella comunità gay di Schio e Vicenza per le affermazioni dell’ex omosessuale Luca Di Tolve e l’Arcigay sembrerebbe proprio decisa a non passarci sopra. La polemica, scatenata dopo le affermazioni dello scrittore Di Tolve durante la presentazione della sua autobiografia “Ero gay”, tenuta  durante il 23° Meeting internazionale dei giovani organizzato dal Movimento mariano di San Martino di Poleo, ha scaldato gli animi della comunità omosessuale, decisa a non lasciar correre quello che ritiene una vera professione di omofobia. In sintesi, i gay pretendono pubblicamente “giustizia”.

 

 

La tensione era già palpabile prima della presentazione del libro, alimentata anche da certi inviti mandati via facebook sui quali si parlava dell’evento come di un interessante incontro per capire come ‘guarire’ dall’omosessualità, lasciando intendere a chiare lettere di considerarla una malattia fisica. Le locandine strappate e rovinate e l’organizzazione in tutta velocità di un Flash Mob (il vecchio “sit-in”, ma pianificato tramite i social network) hanno preannunciato che la presentazione del libro non sarebbe nata sotto i migliori auspici. Infatti la polemica prevista non è tardata ad arrivare, ed è scoppiata come una bomba. Luca di Tolve, quarantenne milanese, ex icona gay (eletto Mister Gay negli anni novanta) adesso sposato dal 2007 e con una figlia di 4 mesi, all’incontro è stato scortato dai carabinieri per evitare il rischio di aggressioni, ma ha raccontato davanti ad una platea favorevole la sua odissea di malato di aids e la sua conversione al cattolicesimo. Fuori a manifestare c’erano circa 300 persone con striscioni, manifesti e tamburi, che comunque non hanno provocato particolari agitazioni.

 

Sono scesi in campo a questo punto gli organizzatori scledensi del Flash Mob di sabato scorso contro l’omofobia, l’Associazione 15 Giugno Arcigay Vicenza e il Circolo Tondelli LGBTI (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Intersessuali), che hanno pensato dunque di intraprendere una azione congiunta, ed il loro portavoce Mattia Stella, presidente Arcigay Vicenza, adesso pretende quello che per lui, come rappresentante del mondo gay, deve essere una doverosa e pubblica presa di posizione del Sindaco Valter Orsi, visto che il Comune di Schio ha dato il patrocinio al Meeting, e accusa senza mezze misure Di Tolve perchè “si è lasciato andare ad affermazioni offensive ed intolleranti nei confronti delle persone omosessuali e verso chi ha cercato di esprimere opinioni diverse dalla sua. Noi riteniamo grave e preoccupante che un’Amministrazione Comunale patrocini una serata a sostegno di “terapie riparative” già sconfessate e disconosciute dagli Ordini degli Psicologi e da quelli dei Medici italiani e americani, e chiediamo all’Amministrazione Comunale di Schio di prendere posizione rispetto a quanto accaduto”.

 

Stella si scaglia anche contro la giunta scledense: “Ci rivolgiamo anche all’Assessore alle Politiche Giovanili Barbara Corzato, incapace di una vera presa di posizione nonostante molti giovani scledensi avessero pubblicamente espresso perplessità o contrarietà ad un evento che ritraeva l’essere gay come una patologia. Le Associazioni firmatarie chiedono inoltre al Sindaco Valter Orsi di esprimersi pubblicamente su quanto di fallace e oltraggioso domenica scorsa è stato detto davanti a centinaia di persone e in assenza di vero contraddittorio; e si chiede di patrocinare nei prossimi mesi un evento capace di affrontare in maniera approfondita e laica il tema dell’orientamento sessuale, nel reale rispetto delle persone e dei loro diritti”.

 

Tirato in ballo in questo mulinello di polemiche Orsi è invece deciso a mettere la parola fine su quella che chiaramente considera una sterile discussione: “Abbiamo dato il patrocinio al Meeting per il senso della manifestazione stessa, e cioè per l’importanza che il turismo religioso ha per Schio e per i migliaia di fedeli che spiritualmente si sentono coinvolti in quello che è ormai un evento tradizionale, considerata anche l’eccezionale presenza delle reliquie di San Giovanni Paolo II”. E continua, con una crescente nota battagliera: “Polemiche e strumentalizzazioni ci hanno sguazzato dentro a questa vicenda, e non abbiamo voluto farci tirare dentro. Ci tengo solo a chiudere la questione sottolineando che quanto è stato detto dal Sig. Di Tolve la considero una espressione

personale libera e democratica, proprio come la nostra città. Schio è una città democratica e noi ci muoviamo nel pieno rispetto delle regole. Se qualcuno ha intravisto passaggi omofobi che violano norme di legge ne facciano denuncia alle autorità competenti. Ci tengo infine a far notare che nessuno di noi è stato tra l’altro contattato da questi signori”.

 

Anche il pensiero dell’Assessore alle politiche giovanili Barbara Corzato è in linea con quanto affermato dal Sindaco: “Di Tolve non ha fatto altro che presentare la propria autobiografia, quindi è chiaro che si tratta di eventi e pensieri personali, e non credo che nessuno possa desiderare che la libertà di espressione non venga garantita. Non vogliamo farci tirare per la giacchetta da persone che vogliono solo approfittare dell’evento e gettare benzina sul fuoco per continuare la disputa. Grosse ditte stanno fallendo, cerchiamo di parlare di cose serie. Vorrei comunque concludere dicendo che non è nostra intenzione alimentare ancora questa assurda polemica, e che l’Amministrazione è aperta ad ogni confronto”.

Marta Boriero

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