Non è stata una grande stagione per i pomodori, ma in compenso tante melanzane, peperoni e cipolle. Prosegue con successo l’iniziativa degli orti sociali a Schio. Grazie aIla convenzione siglata tra il Comune e l’associazione “Orti sociali” il progetto mette a disposizione dei cittadini delle aree a destinazione agricola per la coltivazione di produzioni di autoconsumo.

Una trentina i “soci” che hanno chiesto ed ottenuto una porzione di terreno da utilizzare come orto nelle due aree già disponibili a Magrè con circa 4 mila metri quadrati di terreno lungo viale Roma (una sulla sinistra all’altezza di via Rive e l’latra poco più avanti sulla destra dopo il torrente Livergon). Quello degli orti sociali è un modo per combattere la crisi, un’opportunità per passare il tempo ma anche un’occasione di solidarietà: una parte del raccolto viene infatti periodicamente consegnato alla mensa di Casa Bakhita. L’anno scorso sono stati consegnati ben più di 200 kg di frutta e verdura. Il Comune sta già cercando nuovi spazi per allargare l’iniziativa con nuove aree a Poleo e SS. Trinità e dare risposte ad un maggior numero di richieste. A Magrè una parte è stata utilizzata anche come orto didattico dalle scuole Battistella.

“Crediamo molto in questo progetto – spiega l’assessore Antonietta Martino – Soprattutto oggi, può rappresentare una forma di sostegno concreto ma, soprattutto per tanti, questi orti possono essere anche un’opportunità per “coltivare” una passione, per trascorrere del tempo all’aperto condividendo con altri i frutti, non solo materiali, del lavoro della terra”.

L’idea alla base dell’iniziativa è semplice: il Comune mette a disposizione dell’associazione alcuni terreni; questi terreni vengono assegnati a delle famiglie o singoli cittadini che possono così coltivare dei prodotti destinati esclusivamente ad essere consumati direttamente da chi li coltiva, con un risparmio diretto quindi anche dal punto di vista economico. Non solo non è ammessa nessuna forma di vendita o commercializzazione, ma l’iniziativa ha anche un importante scopo sociale: in cambio della concessione dei terreni il Comune chiede la cessione di una parte dei prodotti raccolti che la stessa associazione conferisce a istituzioni locali che si occupano di famiglie poveri o di persone che vivono in situazioni di bisogno.

Nello specifico è consentita la coltivazione esclusivamente di ortaggi, piccoli frutti (a titolo esemplificativo: lamponi, mirtilli, fragole, ribes) e fiori. Secondo il regolamento, gli orti devono inoltre essere coltivati biologicamente promuovendo i cicli naturali di produzione ed è vietato l’uso di concimi chimici e di prodotti inquinanti (diserbanti, antiparassitari ecc.) non ammessi dalla normativa per le coltivazioni biologiche. *

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia