C’è grande soddisfazione a Thiene per il tempestivo intervento di Comune e Confartigianato che ha portato all’immediata chiusura del secondo parrucchiere cinese appena aperto in città.

Come spiegato nell’articolo apparso ieri su Altovicentinonline.it, grazie ad un dubbio in merito alla regolarità degli attestati presentati dal coiffeur cinese per ottenere l’autorizzazione all’apertura del salone, Comune e Confartigianato hanno appurato l’irregolarità dei documenti provvedendo ad imporre l’immediata cessazione dell’attività.

I fatti

Quando qualche giorno fa l’aspirante imprenditore aveva presentato la documentazione necessaria all’avvio del suo negozio di parrucchiere allo Suap del Comune, l’attestato conseguito in Umbria, la residenza a Milano e il desiderio di aprire bottega a Thiene avevano attirato l’attenzione. L’indagine è partita dopo un’attenta analisi di due attestati, rilasciati dall’Ente Autonomo per lo Sviluppo delle Arti e dei Mestieri, che certificavano ottenimento della qualifica e della specializzazione professionale per acconciatore uomo e donna, con tanto di logo della Regione Umbria, dell’Unione Europea, della Provincia di Perugia e numero verde da chiamare in caso di necessità. Ma agli addetti è venuto un dubbio e si sono quindi rivolti alla locale Agenzia delle Imprese operante nella sede di Confartigianato. L’Agenzia è un servizio, promosso da Confartigianato, rivolto alle imprese e che in 24 ore lavorative autorizza l’avvio certificato dell’azienda a fronte di tutta la documentazione necessaria, verificandone la completezza e la veridicità. Composto il numero verde riportato sull’attestato, al personale di Confartigianato ha risposto una voce che si è identificata come ufficio qualifiche Piovanprofessionali della Regione Umbria, sostenendo che  i certificati erano regolari e che i corsi si erano svolti presso la Regione. Invece, da un ulteriore controllo effettuato tramite la Regione Veneto, si è appurato che gli attestati erano falsi. Nello specifico, in Umbria lamateria della formazione è di competenza della Regione e non della Provincia e, per di più, chi ha fabbricato quegli attestati dimostra di essere quanto meno poco preparato visto che non esiste una ‘provincia regionale’. A questo punto Confartigianato, in accordo con il Comune di Thiene, ha deciso di contattare la Regione Umbria per un ulteriore controllo. La risposta non è tardata ad arrivare: l’ente in questione (Ente Autonomo per lo sviluppo delle Arti e dei Mestieri) non è accreditato dalla Regione, tanto che la stessa ha poi proceduto con regolare denuncia alla Procura perché ne viene utilizzato impropriamente il logo.

La denuncia

Verificato quindi il tutto, il Comune di Thiene ha emesso l’ordine di non proseguire l’attività intimando la chiusura dell’esercizio che potrà essere riaperto solo se presenterà regolare documentazione e avrà rimosso le cause che hanno determinato l’emissione dell’ordine.

SamperiLa soddisfazione

“Quel che è accaduto è un esempio eloquente di collaborazione concreta e di impegno condiviso, tra Confartigianato e Comune, contro l’abusivismo in ogni sua forma – ha commentato Andrea Piovan, presidente Confartigianato di Thiene – L’abusivismo è un fenomeno che crea distorsioni nel mercato, mancate entrate al Fisco, penalizzando soprattutto chi invece lavora nel pieno rispetto delle regole. Il fatto che il Comune si sia rivolto alla nostra Agenzia delle Imprese dimostra che Confartigianato è un interlocutore affidabile e accreditato. Ricordo – ha continuato – che l’attività dell’Agenzia non solo garantisce celerità nel disbrigo delle pratiche burocratiche, ma svolge anche una fondamentale azione di controllo sulla documentazione presentata verificandone da un lato la correttezza e l’autenticità e dall’altro la completezza. Come si è visto in questo caso. Un servizio – ha concluso – rapido ed efficiente e che nel caso specifico ha evitato spiacevoli conseguenze anche per i cittadini”.

Soddisfazione anche da Alberto Samperi, vicesindaco e assessore al Commercio, che dopo aver ottenuto questo successo ha sottolineato: “Questo episodio testimonia quanto importanti siano i controlli sulla regolarità delle attività produttive per garantire un corretto sviluppo economico e una leale concorrenza tra imprese. L’aver scoperto questa falsificazione dei requisiti professionali, probabilmente determinerà un ulteriore fatto positivo, ossia che l’imprenditore, se vuole iniziare l’attività, dovrà assumere una persona qualificata , creando un nuovo posto di lavoro.  Ancora una volta – ha concluso – la collaborazione tra il Comune e le Associazioni di categoria, in questo caso Confartigianato, dimostra quanto il lavoro coordinato è importante per lo sviluppo economico del nostro territorio” .

A.B.

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