‘Aprire le porte delle case di riposo per farne luoghi di cura e di prossimità per tutti’: questa è la sfida e l’impegno lanciati dal sindacato dei Pensionati della Cgil in occasione del convegno organizzato venerdì scorso, all’auditorium della  residenza per anziani Opera Immacolata Concezione Guido Negri di Thiene. “Questa iniziativa dello Spi Cgil sollecita ad avere sguardi e percorsi nuovi oltre al consolidato mondo dell’assistenza e della cura dell’anziano a livello locale e regionale” –ha introdotto schiettamente il segretario generale Spi Cgil di Vicenza Igino Canale.

Alla nutrita presenza di rappresentanti delle istituzioni locali, responsabili dei servizi sociali delle Ulss vicentine, delle case di riposo e di  cooperative sociali anche il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto ha ribadito il ruolo fondamentale dei centri residenziali per anziani nel sistema di welfare. “L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno diffuso a tutti i paesi industrializzati. Questo pone nuove sfide ai sistemi locali di protezione sociale e l’effetto immediato di questa trasformazione è quotidianamente sostenuto anche dall’amministrazione di Thiene con l’incremento dell’impegno finanziario dedicato – ha chiarito il sindaco  –  Thiene sta invecchiando: le persone che vivono da sole sono il 30% sul totale della popolazione residente e molte di queste sono anziani. La continua contrazione delle risorse disponibili nelle casse comunali si associa al diffondersi del rischio sociale della non autosufficienza” –  ha aggiunto il primo cittadino.

Molto spesso i servizi sociali comunali confermano che un anziano su due rinuncia all’accesso alle case di riposo perché la famiglia non ce la fa. È una questione relativa alla riduzione del ruolo assistenziale offerto dalle famiglie, sotto il peso delle difficoltà economiche e dei mutamenti strutturali. Le famiglie sono infatti diventate più piccole, più instabili e con minori risorse di tempo a disposizione per le
attività di cura. In questo contesto non stupisce l’aumento di spesa per l’indennità di accompagnamento per i casi di invalidità sociale. Questa prestazione monetaria, sebbene spesso non differenziata a seconda dei diversi gradi di dipendenza e delle risorse delle famiglie, ha consentito alle stesse di coprire, almeno in parte, i costi dell’
assistenza privata fornita dalle badanti. “Tra il 2002 e il 2009, in Italia l’impegno finanziario per l’indennità è passato da 7.6 a 12.2 miliardi di euro, con un aumento di oltre il 60%” – ha sottolineato nel suo intervento Giancarlo Puggioni segretario generale Fp Cgil di Vicenza.

“In Italia negli ultimi quindici anni sono mancate riforme incisive per la gestione dei servizi sociali territoriali. Non c’è una cabina di regia nazionale che definisca omogenei standard di servizio e fondi economici sicuri” – ha continuato Giancarlo Puggioni. “I fondi per il welfare sociale sono stati sottoposti a drastici tagli” – ha aggiunto.

Residenzialità, assistenza domiciliare integrata, medicina di base associata, assistenza domiciliare integrata, servizi sociali specialistici, sono dunque questi – secondo la direttrice del coordinamento distretti socio sanitari dell’Ulss 4 AltoVicentino Liliana Rapanello – i concetti dai quali bisogna partire per rinnovare la filiera del settore sociosanitario per realizzare una presa in carico globale della persona integrando il ruolo delle famiglie.

Nei prossimi anni il fabbisogno del territorio dell’Ulss 4 “Alto Vicentino” per la non autosufficienza e per la riabilitazione è destinato inevitabilmente ad aumentare. Questi i dati relazionati dalla direttrice Liliana Rapanello: nel vicentino le strutture accreditate per la residenza e l’assistenza agli anziani sono ben 68 per un totale di 6.480 posti di cui 818 sono riservati a non autosufficienti e dove la retta si aggira tra i 34 e i 69 euro giornalieri per ospite. A queste si aggiunge l’universo polaredell’assistenza domiciliare e specialistica. Sono 742 i casi trattati in ADI (2010) su un totale di 36.145 persone residenti a Thiene di età uguale o superiore ai 65 anni.
Per gli autosufficienti sono invece ora disponibili 3954 posti. “Non ha alcun senso porre in competizione le cure a casa con quelle in struttura, ma serve, piuttosto, pensarle come soluzioni di un percorso di continuità assistenziale da garantire a ogni cittadino. Ecco perché è necessario aprire tutte le porte, quelle fisiche e soprattutto quelle metaforiche. Ecco perché vogliamo case di riposo come luoghi di
cura per ogni cittadino” raccomanda Celina Cesari segretaria nazionale dello Spi.

“La realizzazione di una buona salute sociale si costruisce nel quotidiano investimento su una rete di assistenza multilivello, omogenea per qualità e trattamenti economici. L’idea di civiltà non contempla barriere ed esclusioni sociali” – ha concluso Celina Cesari.

L’unica grande esclusa dal dibattito è stata la parola mercato che lascia invece il seguito all’idea virtuosa dell’integrazione e compartecipazione sociale in favore dell’anziano e delle famiglie.

Adelina Tadiello

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