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Breganze.”Fatto scendere dal bus e lasciato a piedi”. Per Stvi: “Non ci risulta”, peccato ci siano tanti testimoni…

Il giorno prima gli rubano il portafogli, compresi tutti i documenti e mentre il papà va a fare denuncia, lui deve andare a scuola. “Dirai all’autista quello che ti è accaduto, se ti dovesse fare questioni sul fatto che non hai l’abbonamento fisico, dai le tue generalità e controlleranno che sei in regola , che paghiamo da dieci anni”. E’ una storia che vi abbiamo già raccontato l’altro giorno e che ha scatenato mille reazioni da parte dei lettori di Altovicentinonline, sempre vivaci e partecipi quando si raccontano storie di ordinaria quotidianità. Di servizi che funzionano bene e di quelli che non riscuotono il consenso del pubblico pagante. Come vi ricorderete, è stato papà Loris a raccontare la storia del figlio lasciato a piedi dall’autista di Stvi, che nonostante le spiegazioni e la richiesta di poter fare un controllo telematico per accertare che fosse in regola con il pagamento, si è ritrovato ammonito con un ‘scendi e fattela a piedi’. Quindi il ragazzo ha dovuto percorrere circa 10 chilometri  per tornare a casa. Il papà non ha digerito le modalità con cui è stato trattato il figlio, ma nonostante la mail datata l’8 marzo, inviata a Stvi,  non ha mai avuto riscontro nemmeno di avvenuta lettura. Siamo quindi intervenuti noi di AltovicentinOnline, contattando prima il presidente Simone Vicentini, che ci ha dirottati con gentilezza all’Ufficio stampa, che ha stilato un comunicato stampa. La nota chiesta da noi come replica è stata ripresa  da alcuni giornali locali, che senza ricostruire la storia e senza sentire la versione di Loris Zolin sentenziano: “Non ci risulta”. In sostanza, viste le virgolette del titolo, a Stvi non risulta che un autista abbia mai cacciato dall’autobus un minorenne perchè sprovvisto di abbonamento. Stvi aveva fatto un’indagine interna per risalire a quel conducente di bus che sotto gli occhi di molti testimoni aveva fatto scendere lo studente. Ma a quanto pare, per Stvi e per un quotidiano locale, il fatto non sarebbe mai accaduto.

Ci chiediamo: non bastava dire che per l’azienda trasporti le regole sono ferree e quindi il ragazzo andava fatto scendere dal bus? Non bastava dichiarare questo e la cosa finiva lì? Eh no, Loris Zolin ha mentito, si è inventato tutto ed è un bugiardo che merita anche la gogna mediatica. Forse per aver OSATO raccontare quello che poteva accadere ad un nostro figlio e non si poteva? Ora scopriamo che non si può. Si può solo scrivere decine di articoli – sacrosanti – per denunciare la vita dura di autisti spesso costretti a subire aggressioni di delinquenti o maleducati che non solo vengono pizzicati senza biglietto, ma aggrediscono i dipendenti dell’azienda, che devono viaggiare sempre con il terrore. Solidarietà a questi padri di famiglia che per sbarcare il lunario devono passare questa tensione, con il telefonino sempre collegato alla centrale operativa della Polizia Locale. Ma qui si stava parlando di tutt’altro: di un minorenne di una educazione straordinaria che non voleva infrangere le regole, anzi, che si è confidato con il papà che gli ha fatto capire che la sua buona fede sarebbe prevalsa sul fatto che non avesse l’abbonamento su carta. Questo padre era forse convinto che Stvi è dotato di sistemi informatizzati, capaci, con una semplice telefonata di stabilire se un passeggero è abbonato o no. Era convinto che , dato che il figlio viaggia su quello stesso bus da anni, lo avrebbero riconosciuto tutti. Mai e poi mai avrebbe immaginato che quell’autista, che per Stvi e non solo, non esiste, avrebbe fatto scendere il figlio minore sulla strada a percorrere 10 Km a piedi.

Perchè vi abbiamo raccontato l’epilogo di questa storia andando fino in fondo? Non per dare ragione a questo papà, al quale, ripetiamo, Stvi avrebbe potuto tranquillamente rispondere: “Tolleranza zero per chi non ha con se l’abbonamento cartaceo”, ma per farvi capire quanta fatica a volte si faccia a raccontare le storie delle persone semplici, che per qualcuno non hanno nemmeno il diritto di protestare con una mail. Si arriva ad insinuare che siano delle bugiarde. Immaginate, se quanto accaduto al figlio minorenne fosse accaduto al figlio di un imprenditore di Confindustria trovato senza abbonamento. A voi, stavolta, il finale.

N.B.

 

 

 

 

 

 

 

Breganze. “Niente tessera dell’abbonamento? Scendi!” Costretto a piedi percorre 8km per tornare a casa