Se ne erano già visti in circolazione nei mesi scorsi ma, nonostante gli avvisi delle Camere di Commercio, tornano i bollettini ingannevoli. A Breganze un imprenditore è stato ‘bersagliato’ con la richiesta di quasi 1000 euro.

Una serie di bollettini che sembrano inviati dalla Camera di Commercio, ma che non lo sono. In tutto sono tre, recapitati nel giro di quarantotto ore nella sede della sua azienda in via Carducci 60.
Una ‘botta’ non indifferente per una cifra che, in prima battuta, lo aveva fatto impensierire. “Non capivo, vedevo scritto CCIAA e credevo di di dovere pagare ancora qualche tassa – racconta il 36enne Nicola P. – Così ho chiamato il mio commercialista che, dopo una verifica, mi ha detto che non andavano pagati.  Non sono dei versamenti obbligatori, ma l’acquisto di licenza di un software o l’iscrizione ad un portale per attirare clienti”.

Il tutto parte dal napoletano, dove hanno sede le società che tentano di vendere i propri prodotti, facendosi scudo del nome ‘CCIAA’. Inducendo in errore chi, leggendo magari troppo superficialmente la lettera, si precipita al primo ufficio postale, col timore di non cascare in sanzioni.

Per l’imprenditore di Breganze, a recapitargli i bollettini sono state la M.B. Srl, che propone (questa la lettura giusta da fare) un programma di gestione magazzino per 305 euro, oltre ai 309,78 euro chiesti da un’altra società (Sviluppo Commerciale) per aderire ad una piattaforma web di servizi. Infine 292,80 euro per comparire su un’altra vetrina online, proposti da altra società ancora (Reteimpresa Srl 1).

Varie offerte commerciali, quindi, che sfruttano il buon nome della Camera di Commercio,  sottolineando come il loro prodotto sia  “riservato esclusivamente alle ditte iscritte alla Camera di Commercio, Industria, Agricoltura ed Artigianato (C.C.I.A.A.) in quanto utile ad emettere tutti i documenti fiscali (fatture, bolle, ordini, ecc), a tenere sotto controllo le giacenze di magazzino, tutti i movimenti effettuati, rubrica clienti e fornitori”. Questa la dicitura che accompagna il bollettino, dove campeggia per bene l’acronimo camerale, che potrebbe indurre ad una scadenza di tributo, se letto troppo velocemente.

“Non fate i versamenti”
Sulle pubblicità ingannevoli la Camera di Commercio di Vicenza, ribadisce che “è assolutamente estranea a questo tipo di comunicazioni e rende noto che il pagamento del diritto annuale è l’unico tributo obbligatorio da effettuare unicamente tramite Modello F24. Consigliamo di essere vigili, di non fornire informazioni riservate e di non fare versamenti e, in caso di dubbio, contattate la propria associazione di categoria o il proprio professionista di fiducia, per verificare se si tratta di adempimenti obbligatori oppure se si tratta di proposte e/o offerte commerciali facoltative. Il segretario generale della Camera di Commercio di Vicenza ha inviato una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Agcm e al Mise”.

Per l’Agcm queste iniziative sono da considerarsi come pubblicità ingannevole, “in quanto chi le organizza non è in alcun modo collegato alle Camere di Commercio e svolge attività di pubblicazione e vendita di riviste e fogli informativi per fini commerciali e di lucro”.

Paola Viero

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