Il suo nome ed il suo volto sono comparsi su tutti i giornali. Lo spezzone di un’intervista, rilasciata ai microfoni del TgrVeneto, ha colpito tutti. “Non voglio morire lasciando i soldi in banca”, pensando alla sua comunità. Al suo territorio che rischierebbe di impoverirsi del ‘tesoro’ più prezioso. I bambini, o quelli che verranno, dei suoi operai alla Rivit. La scelta di Vinicio Bulla, alla guida dell’azienda di Caltrano, di destinare un bonus bebé ogni mese e  per sette anni, suscita anche il plauso della Regione.

“Egregio signor Bulla, ho appreso dalla stampa della sua originale e pregevole iniziativa di attivare delle formule di agevolazioni sociali per i propri dipendenti. Desideravo rappresentarle il mio apprezzamento e condividere con Lei le scelte che sto cercando di favorire in tutto il vivace tessuto d’impresa del Veneto legato a nuove forme di welfare aziendale e di contrattazione aziendale per migliorare anche gli obiettivi della produttività e della qualità della vita in impresa”.

Inizia così la lettera che l’assessore al lavoro e alle pari opportunità della Regione veneto, Elena Donazzan, ha scritto all’imprenditore di Caltrano, il 79enne titolare della Rivit, azienda leader (è al 111° posto tra le top 500 di Vicenza) che produce ed esporta in tutto il mondo tubi in acciaio inox e leghe speciali di grandi dimensioni, destinate alle aziende estrattrici di oil & gas. L’imprenditore Bulla, d’intesa con i suoi figli, ha investito parte degli utili di azienda /150 dipendenti) in un contratto di welfare a misura di famiglia e che premia la natalità: un bonus fino a 3 mila euro per la nascita (o adozione) di un nuovo figlio e il rimborso delle spese per nido, materna e servizi scolastici fino a 6.600 euro annui per figlio.

“Sono profondamente grata a Rivit e al suo titolare – sottolinea l’assessore – per una scelta ad altissimo valore sociale, che testimonia, ancora una volta, il profondo legame che unisce le imprese venete al loro territorio. Le motivazioni che Vinicio Bulla ha dato alla sua scelta restituiscono l’idea di un imprenditore attento alla qualità della vita dei propri collaboratori, innovatore anche nell’aspetto sempre più significativo del benessere aziendale e radicato nella comunità a cui sente di appartenere. In un Veneto che non può e non deve ignorare il fenomeno strutturale della denatalità, la determinazione di Rivit di investire in forme di sostegno concreto al welfare familiare è esemplare per il mondo delle imprese, per le parti sociali e per le buone prassi che il decisore pubblico può promuovere e aiutare”.

di Redazione AltovicentinOnline

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