In risposta all’interpellanza del 24 aprile da parte dei consiglieri leghisti Attilio Schneck e Andrea Busin e del consigliere di minoranza di Fratelli d’Italia e Liberi a Destra sul 5 G a Thiene, riceviamo dal Comune e pubblichiamo integralmente da parte del sindaco Giovanni Casarotto.
In questi giorni ho ricevuto analoga richiesta da parte di alcuni cittadini contrari alla nuova tecnologia 5G, alcune email e messaggi avevano un contenuto quantomeno educato, altre volte rasentavano addirittura le minacce e l’offesa.
A questo riguardo, preciso subito che a Thiene non c’è stata mai alcuna sperimentazione con tecnologia 5G né è, ad oggi, in atto; e neppure è attiva alcuna antenna 5G, per il semplice fatto che le uniche pratiche presentate dal gestore lliad ed autorizzate dallo Sportello Unico Associato per le Imprese (SUAP) , dopo aver acquisito il parere favorevole dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAV), prevedono l’utilizzo della banda di frequenza di 700 Mhz, che sarà disponibile per l’attivazione solo a partire dal 1° luglio 2022. Quindi ad oggi eventuali pericoli per la salute causati dal 5G non esistono proprio a Thiene. In attesa della data del 1° luglio 2022, ci aspettiamo di avere chiarimenti e indicazioni puntuali da parte della comunità scientifica internazionale su eventuali pericoli alla salute. Del resto, la stessa ordinanza del Sindaco di Vicenza, che in questi giorni viene portata come esempio da imitare, ordina testualmente “la sospensione della sperimentazione e/o attivazione di impianti di trasmissione radio per la telefonia con tecnologia 5G…”. Azioni che, ripeto, stiamo già rispettando a Thiene, per cui non vedo né la necessità né l’urgenza di assumere un’ordinanza, contingibile e urgente, per prevenire un pericolo che ad oggi non esiste.
Ciò precisato, provo a fare un po’ di chiarezza, in base alla letteratura scientifica ufficiale, anche se so già che chi è contrario per principio o per strumentalizzazione politica non cambierà certamente idea (caso vaccini docetì). Nella mia esposizione cercherò di descrivere quelle che sono le disposizioni ufficiali sul tema, alle quali devono attenersi, per legge, i Comuni, ed esporrò quali sono le competenze, per la verità piuttosto limitate, che i Comuni possono esercitare in questa materia. Per essere più chiaro userò nella mia esposizione il sistema della domanda e risposta:
Che cosa sono questi nuovi dispositivi 5G
Le reti wireless 5G sono basate su due concetti chiave: la densificazione delle celle e le onde millimetriche.
Densificazione delle celle significa addensare un maggior numero di stazione radio base in una determinata area. Lo scopo principale di questo processo è quello di supportare un maggior numero di connessioni wireless (non solo persone con il cellulare, ma più in generale, oggetti con connettività wireless, trasporti, droni, automobili, internet delle cose, etc. Pensiamo per esempio ai trasporti, con automobili molto più intelligenti ed efficienti, la conseguente riduzione dell’impatto sia ambientale che in termini di salute, la minimizzazione degli errori umani che provocano tanti morti sulle strade). In altre parole, se prima una stazione radio base copriva un’area di 1 kmq supportando 100 utenti simultaneamente – 100 utenti per kmq – la stessa stazione radio base operante su un’area di copertura di 100m x 100m, riuscirà a supportare 10.000 utenti per kmq.
Questo potrebbe sembrare un fattore di preoccupazione, visto che le stazioni radio base emettono in continuazione onde elettromagnetiche. Tuttavia, il processo di densificazione con-sente alle stazioni radio base di trasmettere ad una potenza molto più bassa, dato che devono servire un raggio di copertura molto più piccolo. Perciò, le emissioni elettro- magnetiche rimangono entro i limiti di pericolosità come regolato dalla legge.
Onde millimetriche: la seconda tecnologia delle reti 5G è l’uso di frequenze fino a 300GHz, le cosiddette onde millimetriche.
Come si può capire, più grande è il numero di connessioni wireless e più banda diventa necessaria. Le tecnologie 4G operano a frequenze fino a 5GHz, che sono già congestionate. Per supportare la densità e capacità di connessioni wireless future, l’uso di frequenze fino a 300GHz – finora largamente inutilizzate – diventa un elemento essenziale.
Il principale punto di preoccupazione tra la popolazione relativo all’uso di queste frequenze è relativo ai danni sulla salute, e agli effetti biologici dell’esposizione a queste frequenze elettromagnetiche, Tuttavia, a differenza di frequenze più elevate come ultravioletti, raggi X e raggi gamma, le radiazioni elettromagnetiche fino a 300GHz sono “non-ionizzanti,” cioè non hanno energia sufficiente per causare danni a livello cellulare e al materiale genetico.
Il secondo punto di preoccupazione è relativo al surriscaldamento della superficie del corpo umano legato all’assorbimento di energia elettromagnetica. Fortunatamente, il corpo umano non assorbe radiazioni elettromagnetiche a queste frequenze. Anzi, la pelle le riflette (motivo per cui il body scanner negli aeroporti opera a frequenze delle onde millimetriche) e perciò agisce come uno scudo che protegge gli organi interni.
Queste sono le evidenze scientifiche ufficiali.
Chi è l’autorità preposta ad autorizzare queste tecnologie, a vigilare sugli effetti della stessa sulla salute delle persone e quali sono le competenze assegnate ai Comuni in materia 5G.
Il Ministero dello Sviluppo Economico a seguito di gara pubblica, espletata nel corso del 2018 (primo governo Conte Lega + M5S), ha assegnato in data 2 ottobre 2018 le frequenze relative alla tecnologia mobile cellulare 5G a 5 operatori (Fastweb, lliad, Tim, Vodafone e Wind Tre).
Le assegnazioni hanno fruttato allo Stato un totale complessivo di 6.550.422.258,00 euro.
La realizzazione degli impianti, che consentono di attivare il relativo servizio pubblico, prevede la presentazione ai Comuni di tutt’ltalia o di domande di autorizzazione, se si tratta di impianti su nuove strutture, oppure semplici comunicazioni soggette a controllo dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), se si tratta di antenne aggiunte a strutture già esistenti, anche se di altro gestore.
Nel caso di Thiene finora si è trattato solo della semplice comunicazione da parte dell’operatore lliad, trattandosi di antenne aggiunte a strutture già esistenti.
Il Comune, una volta acquisito il parere favorevole dell’Agenzia Regionale per la Protezione Am-
bientale del Veneto (A.R.P.A.V.), non ha avuto la possibilità di rigettare le comunicazioni di installazione dei dispositivi 5G; diversa sarebbe stata la situazione in caso di domande di autorizzazione per la collocazione di nuove strutture.
Finora a Thiene sono state presentate 4 comunicazioni di installazione antenne 5G, tutte di ILI AD, tutte con parere Arpav favorevole, tutte su pali già esistenti; a tale proposito si ricorda che, secondo l’orientamento del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto (Sez. Ili, 17 ottobre 2019, n. 1107), neanche con regolamento sarebbe stato possibile vietare l’aggiornamento alle nuove tecnologie e l’ammodernamento della rete esistente. Per due pratiche è stata già presentata la fine lavori, per una l’inizio e per la quarta ancora nulla. E’ inoltre doveroso precisare che tali tipi di autorizzazioni sono gestiti direttamente dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) e che l’intera istruttoria e la firma dell’autorizzazione avvengono d’ufficio, senza nessun obbligo di informazione agli Organi amministrativi/politici comunali. Tant’è che, nell’ambito dei vari Comuni associati nel Suap, finora sono state concluse positivamente, sempre con parere Arpav favorevole, altre 5 pratiche.
Le verifiche degli effetti sulla salute competono allo Stato che, come ho detto sopra, ha rilasciato le concessioni per le frequenze 5G ai suddetti operatori e, a questo proposito, uno studio pubblicato nel luglio 2019 dall’Istituto Superiore di Sanità (Rapporto ISTISAN 19/11) fa il punto sui rischi per la salute legati ai campi elettromagnetici.
Il rapporto conclude affermando che le evidenze scientifiche correnti non giustificano modifiche sostanziali all’impostazione attuale degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute (cioè gli attuali limiti di esposizione applicati dalle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale).
Inoltre viene in aiuto l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Friuli Venezia Giulia che, sul proprio sito il 29/02/2020, ha reso noto che le prime misurazioni del campo elettromagnetico delle nuove antenne con tecnologia 5G evidenziano valori molto inferiori ai valori di attenzione e all’obiettivo di qualità previsto dalla normativa.
Arpa ha anche effettuato misure “di fondo” del campo elettromagnetico (prima dell’installazione dell’impianto 5G) e misure post-operam, a seguito della comunicazione dell’attivazione dell’impianto. Tutte le misurazioni nell’area prossima agli impianti hanno evidenziato un campo elettrico compreso nel range 0,3-1 V/m, quindi molto inferiori al valore di 6 V/m.
Che cosa possono fare i Comuni oltre a dover applicare la normativa statale e che cosa sta facendo, nello specifico, il Comune di Thiene
Considerato che il 5G è basato sull’utilizzo di tre frequenze di cui, la più importante e fon-damentale, potrà essere utilizzata in Italia solo a partire dal 1 luglio 2022, preso atto che le frequenze utilizzate dal 5G sono i 700 Mhz (fino al 30 giugno 2022 a disposizione delle emittenti radio-televisive digitali), i 3600 Mhz e i 27 Ghz, e che la necessità, per la realizzazione efficace della rete, comporterà una diffusione più ampia di antenne sparse nel territorio, l’Ammi-nistrazione Comunale sta predisponendo, con professionisti esterni, un aggiornamento di quanto deliberato dal Consiglio comunale il 27 luglio 2006 (deliberazione n. 434), in materia di localizza-zione degli impianti di comunicazione elettronica.
Ciò consentirà di adeguare alla mutata realtà tecnologica e all’evoluzione degli studi in materia il comportamento del Comune, al fine di regolare la localizzazione di tali impianti. Peraltro, in base all’attuale quadro giurisprudenziale sviluppatosi sull’applicazione dell’articolo 8, comma 6, L. 22/02/2001 n. 36, il Comune ha un ambito discrezionale circoscritto non potendo prevedere limiti di carattere generale, volti a tutelare la popolazione dalle immissioni elettromagnetiche, dal momento che a tale funzione provvede lo Stato attraverso la fissazione di determinati parametri inderogabili, il rispetto dei quali è verificato dai competenti organi tecnici (Cons. Stato Sez. Ili, 24 ottobre 2019, n. 7214).
Il regolamento comunale, infatti, e l’aggiornamento a cui stiamo lavorando, può solo contenere regole a tutela di particolari zone e beni di pregio paesaggistico o ambientale o storico- artistico, o anche per la protezione dall’esposizione ai campi elettromagnetici di zone sensibili (scuole, ospedali etc.).
Anche tale potere di regolazione, peraltro, è al momento oggetto di esame, in quanto il Consiglio di Stato, con Ordinanza del 27 marzo 2019, ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la questione circa la possibilità per i Comuni di introdurre divieti alla installazione di antenne per la telefonia mobile, con la formulazione del seguente quesito: “se il diritto dell’Unione europea osti a una normativa nazionale (come quella di cui all’articolo 8 comma 6 legge 22 febbraio 2001. n. 36) intesa ed applicata nel senso di consentire alle singole amministrazioni locali criteri localizzativi degli impianti di telefonia mobile, anche espressi sotto forma di divieto, quali il divieto di collocare antenne in determinate aree ovvero ad una determinata distanza da edifici appartenenti ad una data tipologia”.
Sarà quindi fondamentale quanto deciderà in merito la Corte di Giustizia UE.
In ogni caso, in base alla disciplina attualmente vigente, soluzioni in contrasto con quelle elaborate nel piano aggiornato, saranno legittimamente diniegabili.
Comunque, al di là del Regolamento comunale di localizzazione di tali impianti, al fine di fugare ogni ulteriore dubbio per poter appurare eventuali pericoli alla salute causati dai 5G (in attesa che questa tipologia possa entrare in funzione, ripeto, solo a partire dal 1° luglio 2022, come previsto per la banda a 700 Mhz, oggetto delle pratiche presentate a Thiene), abbiamo attivato anche l’Amministrazione Provinciale di Vicenza la quale, già in data 23 dicembre 2019 e successiva richiesta di sollecito, ha chiesto riscontro tecnico alle Ulss provinciali e aH’ARPAV per conoscere se da tale tecnologia possano derivare possibili danni alla salute.
L’ultima richiesta, di questi giorni, a firma del Consigliere provinciale delegato all’Ambiente sottolinea come, pur consapevole della particolare situazione connessa all’emergenza sanitaria da COVID -19, ritenga non più procrastinabile un riscontro alle giuste e pressanti sollecitazioni dei Sindaci perché “molte sono ormai le istanze che i gestori di telefonia mobile stanno depositando, e i Sindaci necessitano di un vostro qualificato parere tecnico”.
a cura del Comune di Thiene