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Chiuppano. L’assessore Pareti scopre la tomba dell’antenato scomparso a Caporetto

È una di quelle verità che a cercarle non le scoprirai mai, se non interviene il caso a metterci lo zampino. Grazie ad una segnalazione veicolata da facebook l’assessore alla cultura di Chiuppano Giorgio Pareti ha finalmente potuto sciogliere il mistero di come fosse morto il suo antenato Bortolo, classe 1893, la cui memoria familiare si era fermata all’ottobre del 1917, mese ed anno in cui lo si sapeva disperso dopo la disastrosa battaglia di Caporetto tra truppe italiane ed esercito austro-ungarico e tedesco.

Solo un ricordo del nonno dell’assessore aveva lasciato un dubbio irrisolto sulla fine in battaglia del soldato della 489° Compagnia mitraglieri fanteria. ‘L’è morto par le frustà del nerbo de bo’’, raccontava nonno Pareti, fratello di Bortolo, cioè picchiato a morte, ma le notizie, arrivate forse attraverso il passaparola dei superstiti, si fermavano lì e nessun altro era mai stato in grado di recuperane altre.

Finché, alcuni mesi fa, un signore sardo, Mario Turis di Sassari, durante una visita in Polonia al cimitero militare di Breslavia, finanziato dal governo italiano nel 1927 e dove riposano oltre mille militari italiani, ha svolto una ricerca storica sulle tombe dei soldati sepolti e si è soffermato anche su quella di questo soldato nato a Chiuppano il 7 gennaio 1893 e morto il 14 luglio 1918 dopo quasi 9 mesi dalla battaglia. Turis ha poi informato qualche settimana fa l’associazione fanti del paese, che ha girato la notizia all’assessore. Da allora ha pubblicato le foto di ben 430 lapidi ed è riuscito a trovare i familiari di almeno 60 soldati, il cui nome in tanti casi risultava alterato e perciò difficile da ricondurre ai discendenti.

Per Pareti la scoperta di quando è morto il prozio, in uno dei 70 campi di prigionia dove vennero deportati i soldati italiani catturati a Caporetto, ha un sapore amaro, ma c’è anche il sollievo dello scrittore che ha inchiostrato l’ultima pagina della biografia dello sconosciuto parente, morto a soli 25 anni di stenti, lontano mille chilometri dalla famiglia e dalla sua terra.

‘E’ stata una sorpresa inaspettata – ha commentato Pareti – e sto pensando, se possibile, di avviare l’iter con il ministero dell’interno per poter riportare i resti a Chiuppano e rimpatriare il mio sfortunato prozio. Mi piacerebbe, assieme all’associazione fanti del nostro paese, ricordarlo con una piccola cerimonia in suo onore’.

 

Marta Boriero