Dad, solitudine di mamme, insegnanti, preoccupazione per i ragazzi ‘speciali’, ma anche per i normodotati che sono a rischio. Questa nuova metodologia fa alquanto discutere perché si pone come un ostacolo enorme per i genitori di bambini e ragazzi “speciali” ma anche come limitazione e forma distruttiva per i bambini definiti normali che stanno perdendo nel loro quotidiano i rapporti interpersonali e il modo più classico di imparare. Non si può pensare di lasciare sole le famiglie con problematiche particolari,non si può immaginare che possano gestire in solitudine giornate che nella quotidianità osservano una scansione tempo/spazio di un mondo ancora per molti sconosciuto. Da insegnante sento forte il desiderio di raccontare questi bambini,lasciati nella migliore delle ipotesi con i nonni o con le mamme che sono impegnate in un Smartworking difficile da gestire.
Tutti i giorni seguo,nascosta,la DAD di mia figlia,la seguo nel suo voler imparare tramite uno schermo. Respiro gli sforzi delle sue insegnanti che apprezzo e ammiro in ogni loro proposta didattica. Di contro però noto quanta maleducazione passi davanti a quel computer tra il non rispettare tempi e modi di interagire in chat e risposte non sempre adeguate alle maestre. A questo punto mi chiedo se anche in presenza si verifichino questi atteggiamenti. Mi chiedo come possa essere tollerata questa strafottenza nei confronti di figure che dovrebbero aiutare noi genitori nella crescita dei bambini. Voglio pensare che i miei “colleghi” dotati di genitorialita non ne siano al corrente. Non spetta a me giudicare,non è il mio intento,voglio invece suscitare un confronto interiore in ognuno di noi e una discussione personale sul dove stiamo andando.
È indispensabile,secondo il mio modesto parere,accettare consigli e condividerli per fare gioco-forza contro le varie problematiche che stringono alla gola i nostri figli quali il bullismo,la perdita di interesse,l’apatia,la mancanza di voglia di conoscere e di crescere. Se è vero che i pensatori pensanti sono un ostacolo a chi ci vuole sottomessi al potere e alla paura allora cari ragazzi vi chiedo di alzare il capo e di riconoscervi come menti aperte,pronti ad accogliere discussioni costruttive per fare vostri pensieri che vanno oltre la semplice banalità del sentito dire e che possano fare la differenza anche per chi è meno fortunato di voi.
Monica Ceron